Studio 8 Il Giorno Del Guidizio
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– OPINIONE COMUNE SUL
GIORNO DEL GIUDIZIO. |
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Riguardo al giorno del giudizio perdura un'idea assai vaga e indefinita. L'opinione generalmente accettata è che Cristo verrà sulla terra, che egli siederà. sopra un gran trono bianco facendo comparire in ordine e fila santi e peccatori al suo cospetto per essere giudicati, fra le grandi convulsioni della natura — terremoti, aperture di sepolcri, spaccamento e sconvolgimento di monti; che il peccatore tremante ricondotto dagli abissi dei suoi mali eterni appositamente per farsi rimproverare i suoi peccati e per ritornare al suo destino eterno, inesorabile senza speme di pietà; e che i santi saranno condotti dal cielo per essere spettatori della miseria e della disperazione dei condannati, per udire una volta di più la conferma del loro proprio giudizio, [160] e ritornare in seguito nel cielo. Secondo la teoria predominante, tutti hanno ricevuto sentenza e salario al momento della loro morte; e questo giudizio il quale, a causa della distinzione, chiamasi comunemente il giudizio generale, o universale, non è che una pura ripetizione del primo, ma senza scopo veruno comprensibile, poichè si pretende che una decisione finale e immutabile sia stata presa alla morte di coloro che vi assistono. |
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Il Giorno del Giudizio e’ 24 ore? |
Tutto il tempo che supponesi consacrato a quell'opera stupenda di giudicare i bilioni di esseri che hanno vissuto sulla terra è un giorno di 24 ore! In un discorso pronunziato recentemente nell'una chiesa di Brooklyn vi si espose l'opinione comune e si pretese dare un resoconto dettagliato dell'opera del giorno del giudizio, dimostrando che esso si compirà nei limiti d'un semplice giorno, al senso letterale della parola. |
Lingua
simbolica
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E' quello un concetto molto scabroso, intieramente fuori d'armonia colla parola inspirata. Lo si è ricavato da una interpretazione troppo letterale della parabola del nostro Signore sulle "pecore ed i capretti" (Matt. XXV, 31-46). Essa ci offre un esempio di più dell'assurdità di voler imporre per forza una interpretazione letterale ad un linguaggio figurativo. Una parabola non è mai una espressione esatta, ma semplicemente una illustrazione d'una verità con un soggetto che vi rassomiglia sotto vari rapporti. Se quella parabola fosse una espressione letterale del modo con cui il giudizio sarà condotto, essa non si applicherebbe punto all'umanità, ma, come lo leggiamo a un branco di pecore e capretti reali, al senso letterale della parola. Cerchiamo ora una interpretazione più scritturale e più ragionevole riguardo all'opera ed al risultato del giudizio che Iddio ha ordinato, o fissato, interpretazione colla quale debbono concordare — e concordano infatti — tutte le conclusioni scritturali [161] rali e ragionevoli, come pure le parabole ed i simboli. |
Nel Giudizio e’ incluso una prova e la decisione basata su essa. |
L'espressione "giudizio" significa più che rendere semplicemente un verdetto. Esso racchiude l'idea d'una prova e nel tempo stesso di una decisione fondata su quella prova. E ciò è vero non solo del vocabolo italiano giudizio ma altresì della parola greca Krisis. |
Un Giorno puo’ rappresentare piu’ di 24 ore.
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Il termine giorno, quantunque sia più comunemente usitato per disegnare lo spazio di dodici o di ventiquattr'ore, significa propriamente nelle Scritture come nell'uso comune un periodo di tempo determinato o speciale. Così si parla spesso del giorno di Noè, del giorno di Lutero, del giorno di Washington; cosi pure il tempo della creazione vien chiamato nella Bibbia : un giorno. Noi leggiamo il "giorno che Geova Dio fece la terra e i cieli" (Gen. II, 4) — per un lungo periodo definito ; il "giorno della tentazione nel deserto", — per quarant'anni (Ebr. III, 8-9), "il giorno della salute" (2 Cor. VI, 2); noi leggiamo altresì il "giorno della vendetta", il "giorno dell'ira", il "giorno della distretta", — altrettanti termini applicati ad un periodo simile alla chiusura dell'età del Vangelo. Più oltre leggiamo ancora "il giorno di Cristo"; "il giorno del giudizio" e quel "giorno", termini applicabili all'età millennaria nella quale il Messia regnerà sul mondo, lo governerà e giudicherà secondo giustizia e al suo proprio tempo mostrerà il beato e solo principe, il re dei re e Signor dei Signori (Fatti XVII, 31; I Tim VI, 15). Perchè qualcuno supporrebbe egli che quel giorno del giudizio non avrà che una durata di dodici o di ventiquattr'ore, allorchè, in altri casi consimili egli riconosce il significato più largo della parola "giorno" ciò oltrapassa la comprensione; conviene credere che fu sotto l'influenza della tradizione, senza prove e senza investigazione indipendente. [162] |
La Bibbia nota varii Giorni del Giudizio. |
Chiunque consulterà accuratamente un repertorio o una tavola concordante completa dei vocaboli della Bibbia riferentisi al giorno del giudizio, e noterà il genere e la quantità del lavoro che si compirà durante quel periodo, si convincerà ipso-facto dell'assurdità dell'idea comune, e della necessità di dare al termine giorno un significato più largo. |
Il primo Giorno del Giudizio ebbe luogo nell’ Eden. |
Nel tempo stesso che le Scritture parlano d'un giorno di giudizio o di prova ancora futuro, e mostrano la massa umana avrà, in quel giorno la sua prova completa e la sua finale sentenza, esse insegnano altresì che altri giorni di giudizio hanno avuto luogo, durante i quali certe classi elette furono provate. Il primo grande giudizio (prova e sentenza) ebbe luogo al principio in Eden, allorchè tutta la razza umana rappresentata nel suo capo. Adamo, si trovava in prova al cospetto di Dio. Il risultato di quella prova fu il verdetto: — colpevole, disubbidiente, indegno di vita e la punizione inflitta fu la morte: "Morente tu morrai" (Gen. II, 17, — secondo Delitzsch, e la trad. inglese). E così — "in Adamo tutti muoiono". Quel tempo di prova in Eden fu il primo giorno di giudizio del mondo, e la decisione del giudice (Geova) non è stata che rinforzata dipoi. |
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La si osserva in ogni accompagnamento funebre. Ogni pietra sepolcrale reca la sua testimonianza. Essa si fa sentire in ogni dolore, in ogni sofferenza che noi dobbiamo subire — tutte sono le conseguenze della prima prova e sentenza, — la giusta sentenza di Dio, che noi siamo indegni della vita e delle benedizioni preparate in origine per l'uomo, s'egli fosse restato ubbidiente e all'immagine di Dio. Tuttavia l'umanità è stata liberata dalla sentenza di quella prima prova dall'unico sacrifizio [163] per tutti, compiuto dal gran Redentore. Tutti sono riscattati dal sepolcro e dalla sentenza di morte e di distruzione, la quale, in vista di quella redenzione, non può essere più a lungo considerata come una morte nel primo senso della parola, cioè a dire eterna, ma piuttosto come un sonno temporaneo; poichè al mattino millennario tutti saranno risvegliati da Colui che dà la vita e che tutti li riscattò. Non vi ha che la Chiesa dei credenti in Cristo, che è attualmente rilasciata, o "sfuggita" in qualche guisa alla sentenza originaria e al castigo; e quei credenti non sono ancora sfuggiti attualmente, è soltanto per la fede che sono considerati tali: "non siamo salvati che in isperanza". Non faremo la piena esperienza di essere veramente sfuggiti o liberati dalla sentenza di morte (attirataci da Adamo e alla quale sfuggivamo entrando in Cristo) che al mattino della risurrezione, allorchè saremo ridestati nella gioia e nella delizia e nella somiglianza del nostro Redentore. Ma il fatto che noi, che siamo venuti alla conoscenza del glorioso piano di Dio in Cristo, siamo sfuggiti alla corruzione che regna (ancora) nel mondo, è lungi dal provare che altri non avranno speranza alcuna di sfuggirvi in avvenire ; egli prova piuttosto il contrario; perciocchè noi siamo "le primizie delle creature" di Dio (Giac. I, 18). Sfuggendo dalla morte di Adamo, alla vita di Cristo non facciamo che pregustare la liberazione di chiunque vuole essere liberato dalla servitù della corruzione (della morte) alla libertà della vita che scende su tutti coloro che Iddio riconoscerà come figliuoli suoi. Chiunque lo vuole, può essere liberato dalla morte alla vita, malgrado le differenze di natura che Iddio assegnò ai suoi figliuoli nei vari gradi della loro esistenza. L'età del Vangelo è il giorno di prova per la vita o per la morte di coloro che sono chiamati alla natura divina. [164] |
Un
altro Giorno del Giudizio e’ stato provveduto.
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Ma l'apostolo c'informa, che Iddio ha fissato (un altro) giorno, in cui egli giudicherà (nuovamente) il mondo. Come può esser ciò? Iddio ha egli forse mutato pensiero? Ha egli concluso che la sua decisione, nella sua prima prova fu ingiusta, troppo severa che egli stabilisce di giudicare nuovamente il mondo? No. Se ciò fosse, non avremmo nessuna miglior garenzia d'una decisione giusta ed equa nella prova futura che in quella passata. Non è che Iddio consideri la sua decisione come ingiusta nel primo giudizio, ma egli ha preparata una redenzione dalla sentenza del primo giudizio in modo ch'egli può concedere un altro giudizio (prova) in condizioni più favorevoli alla razza tutta quanta, tutti avendo ormai avuto l'esperienza del peccato e della sua conseguenza. Iddio non ha cambiato un iota al suo piano primitivo che egli formò prima che il mondo fosse creato. Egli c'informa distintamente che egli non cambia e che non vuole per alcun mezzo giustificare il colpevole. Egli vuole esattamente l'intiera punizione che egli ha giustamente pronunziata. E quell'intiera punizione è stata pagata per noi dal Redentore o sostituto di cui Iddio ci aveva provveduti, — Cristo Gesù, il quale, per grazia di Dio ha sofferto la morte per tutti gli uomini. Il nostro Signore, avendo al prezzo della sua vita ricomperato Adamo e la sua razza, può ora legalmente e giustamente offrire di nuovo la vita a tutti. E' quest'offerta per tutti, che è chiamata la Nuova Alleanza, sanzionata, ratificata e resa ef— ficace per mezzo della sua morte (Rom. 14:9; Giov. 5:22; Ebr. 10:16, 29; 13:20, 21). |
Siamo informati, inoltre, che allorchè Iddio sottometterà il mondo a quella seconda prova, ciò sarà sotto a Cristo che Geova vuole onorare dandogli quelle funzioni di giudice a cagione della sua ubbidienza fino alla morte per la nostra redenzione. Iddio l'ha sovranamente innalzato fino alla natura [165] tura divina, affinchè egli potesse essere un principe e un Salvatore (Fatti V, 31) e ch'egii possa essere capace di ricuperare da morte tutti coloro che egli riscattò col suo sangue prezioso e di conceder loro il giudizio. Iddio ha rimesso ogni giudizio al figliuolo e gli ha dato ogni potere nel cielo e sulla terra. |
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Il
Giorno del Giudizio—Non si spaventi.
L’ atteggiamento di Gesu’ garantisce una prova equa e misericordiosa. |
E adunque il sovranamente innalzato, il Cristo glorificato, che ha tanto amato il mondo che egli ha data la vita sua per il prezzo del riscatto, che sarà il gìudice del mondo nella sua seconda prova promessa. E' infatti Geova stesso che l'ha designato per quell'ufficio e a questo scopo proprio definito. Poichè tali sono le evidenti dichiarazioni delle Scritture nulla havvi da paventare, vi è anzi gran motivi di rallegrarsi per ognuno guardando avanti verso il giudizio. Il carattere del giudice è una garenzia sufficiente che il giudizio sarà giusto e caritatevole, e pieno di riguardi necessari alle infermità di tutti fino a che siano ricondotti alla perfezione primitiva perduta nell'Eden. |
Prevalera’
giustizia e sollievo per lo spregiato.
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Nel tempo antico un giudice era colui che esercitava la giustizia e sollevava l'oppresso ; per esempio, quando Israele era sotto l'oppressione dei suoi nemici a causa delle sue trasgressioni verso il Signore, egli fu sempre liberato e benedetto per mezzo di giudici che furono suscitati. Così noi leggiamo :
E così, quantunque il mondo sia stato a lungo sotto al potere e l'oppressione dell'avversario, Satana, colui che cancella i peccati di tutti col sangue suo prezioso riprenderà tosto il suo gran potere e regnerà. Egli libererà e giudicherà coloro che egli amò tanto da riscattarli. [166] Tutte le dichiarazioni profetiche s'accordano con questa conclusione.
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Quel giudizio che viene sarà tenuto esattamente secondo i principi che informarono il primo. La stessa legge d'ubbidienza sarà presentata, colla medesima ricompensa di vita o di morte. E siccome la prima aveva un principio, progrediva e si fondava in una sentenza, tale ancora sarà la seconda; e la sentenza sarà la vita per i giusti e la morte per gli ingiusti. La seconda prova sarà più favorevole della prima a cagione dell'esperienza acquistata dai risultati della prima. All'opposto della prima prova, nella seconda ognuno sosterrà il cimento per sè stesso, e non per gli altri. Nessuno morrà più allora pel peccato di Adamo, o a cagione di imperfezioni avute in eredità. Non sarà più il caso di dire:
E sarà vero allora pel mondo, come è vero attualmente per la Chiesa, che un uomo sarà giudicato perciò ch'egli ha, e non secondo ciò che egli non ha" (2 Cor. VIII, I2). Sotto il regno di Cristo gli uomini saranno poco a poco innalzati, istruiti e disciplinati fin che raggiungeranno la perfezione. E allorchè la perfezione sarà raggiunta una perfetta armonia con Dio sarà richiesta, e chiunque, in quell'era, non risponderà all'ubbidienza perfetta, sarà reciso essendo trovato indegno di vita. Il peccato che, per Adamo, apportò la morte alla nostra razza, era semplicemente un atto di disubbidienza; ma per quell'atto Adamo scadette dalla sua perfezione. Iddio aveva il diritto di esigere da lui una ubbidienza perfetta; e nel modo stesso egli richiederà una ubbidienza perfetta da ognuno una volta che il gran compito della restituzione sarà compiuto. La vita eterna [167] non sarà concessa a coloro che non saranno pervenuti alla perfezione nel senso più elevato della parola. Nessuno potrà giungere alla vita eterna se si troverà, fosse pure di pochissimo, al disotto della perfezione. Conciossiacosachè, il non rispondere alla perfezione allora sarà come peccare volontariamente contro alla piena luce e contro alla perfetta capacità di pervenirvi; — cioè in perfetta conoscenza di causa. |
Chiunque peccherà di proposito deliberato contro la piena luce e la piena capacità morrà della morte seconda. E se durante quell'età di prova, al pieno irradiare della luce, alcuno rigetta sdegnosamente l'offerta della grazia e non fa progresso alcuno verso la perfezione durante cento anni, colui sarà riconosciuto indegno di vita e sarà "sterminato", quand'anche all'età di cento anni egli fosse nel periodo dell'infanzia. Come egli è scritto di quel giorno
Tutti debbono dunque avere una prova di cento anni, e se non si ostinano a non voler progredire, la loro prova continuerà durante tutto il giorno di Cristo (Millennio) fino a che, alla sua chiusura sia raggiunto il punto culminante. |
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La Parabola delle pecore e i capretti. |
La conclusione del futuro giudizio chiaramente si vede nella parabola delle "pecore e dei capretti" (Matt. XXV, 31-46); in (Apoc. XX, 15; XXI, 8 e Cor. XV, 25). Questi passi, ed altri ancora dimostrano che alla sua chiusura le due classi verranno completamente separate, — gli ubbidienti ed i disubbidienti; quelli che si conformano alla lettera e allo spirito della legge di Dio, e quelli che non si conformano nè all'uno nè all'altro. Coloro che hanno ubbidito entrano nella vita eterna, mentre gli altri sono rimandati alla morte (alla distruzione, all'annientamento o all'estinzione della vita) [168] la medesima sentenza che quella del primo giudizio, dalla quale furono liberati dal riscatto pagato colla morte di Cristo. Quella sarà la seconda morte. Riscatto alcuno non sarà più dato loro, e non vi sarà più per essi nè liberazione nè risurrezione; il loro peccato essendo un peccato volontario e individuale, commesso contro alla piena luce e malgrado tutte le possibilità di evitarlo, con l'aiuto d'una prova individuale delle più favorevoli. |
Atti del presente saranno ricompensati con giustizia.
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Non vogliamo che nessuno pensi che ignoriamo la responsabilità che gravita sopra ogni individuo secondo la quantità di luce ch'egli possiede, sia poca, sia molta, sia la luce della natura o quella della rivelazione.
Le buone e le cattive azioni riceveranno la loro giusta retribuzione come salario, sia ora, sia più tardi:
Fatta astrazione della "piccola greggia" dei diletti del Signore, nessuno ancora ha avuto luce sufficiente per attirarsi il castigo definitivo, la morte seconda. Altro non facciamo qui che enunciare in principio l'argomento dell'attuale responsabilità del mondo, e ci reserviamo i dettagli per uno svolgimento che verrà in seguito. |
Iddio sta’ selezionando I Giudici del futuro |
Sei mill'anni, circa, trascorsero tra il primo ed il secondo giorno del giudizio del mondo, e durante quel lunghissimo periodo Iddio ha scelte due classi speciali fra l'umanità, che furono provate, disciplinate e istruite specialmente per essere i suoi strumenti [169] onorati durante il periodo o il giorno del giudizio del mondo. |
La
Casa dei Servitori
e La Casa dei figlioli |
Quelle due classi sono designate rispettivamente dall'autore dell'epistola agli (Eb. III, 5-6) come la casa dei figliuoli e la casa dei servitori; la prima è composta dei vincitori che furono provati e trovati fedeli durante l'età cristiana, e l'altra è composta dei vincitori fedeli che vissero prima di quell'età. I due periodi durante i quali quelle due schiere distinte furono chiamate, provate e scelte furono due giorni di giudizio diversi. Coloro che vittoriosamente traversarono la prova per l'una o per l’altra di queste due classi speciali non verranno in giudicio col mondo; ma essi saranno gli strumenti di Dio per benedire il mondo, fornendogli l'istruzione e l'educazione necessarie per la prova e pel giudizio definitivo.
I santi giudicheranno il mondo. I membri di quelle classi giudicate furono già, in un col resto dell'umanità, sotto alla condannazione di Adamo, ma divennero, per la fede, participi ai benefizi della morte di Cristo. Dopo essere stati primieramente giustificati per la fede al riscatto e avere adempiute le condizioni susseguenti relative alla loro chiamata, essi sono giudicati degni di essere innalzati a posizioni d'onore e d'autorità. |
La prova di questi classi sara’ piu’ rigorosa del mondo. |
La prova o il giudizio di quelle due classi è stato ben più severo che non sarà la prova del mondo al giorno del giudizio; perchè esse dovettero resistere a Satana, il principe di questo mondo, con tutte le sue astuzie ed i suoi tranelli, mentre al giorno di giudicio del mondo, Cristo regnerà, e Satana sarà legato, affinchè non seduca più le genti (Apoc. XX, 2, 3). I primi furono perseguitati per cagion di giustizia, [170] mentre che allora l'umanità sarà ricompensata per la giustizia e punita soltanto per l'ingiustizia. I primi ebbero grandi pietre d'intoppo e dei lacci sulla loro via, che saranno tolti, allorchè il mondo sarà sottoposto alla prova. Ma si è precisamente perchè la prova di queste due classi particolari è stata più severa assai che nol sarà la prova del mondo, che il loro premio sarà comparativamente tanto maggiore. |
I
profeti e gli apostoli lodavano il Giorno del Giudizio al benessere
dell’ uomo.
Un giorno glorioso e gradevole. |
Pel sofisma del gran seduttore, Satana, si carpiscono al mondo ed alla chiesa nominale ad un tempo le promesse benedette del tempo avvenire d'un giusto giudizio. Si sa che la Bibbia parla d'un giorno di giudizio che viene, ma non si considera e non vi si pensa che con timore e terrore ; e a causa di quel timore nessuna notizia è più temuta che quella dell'avvicinarsi di quel giorno del Signore. Se ne respinge il pensiero molto molto lontano, e non se ne vuole sentir parlare. Non si ha idea alcuna delle benedizioni riservate al mondo sotto il regno glorioso di Colui al quale Iddio ha commesso di giudicare il mondo universale in giustizia. Fra le maggiori influenze ottenebranti che Satana esercitò per tener l'umanità nell'ignoranza della verità riguardo al giorno del giudizio, trovansi tutti quegli errori che si sono insinuati nei dogmi e nelle raccolte di cantici delle varie sètte religiose. Gli uomini si sono abituati ad attribuire a quegli articoli di fede una importanza religiosa superiore alla parola di Dio. Quanto mai diversamente i profeti e gli Apostoli considerarono quel giorno di giudizio promesso ! Ascoltiamo da Davide l'espressione profetica piena di gioia e d'allegrezza. (I Cron. XVI, 31-34). Ei dice: |
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