Studio 13 I Regni Di Questo Mondo
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– L’IMPERO ORIGINALE. |
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Nel primo capitolo della Rivelazione divina Iddio così dichiara il suo disegno riguardo alla sua creazione terrestre ed al governo di essa: [283]
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E' in tal modo che il governo della terra fu posto nelle mani della razza umana che era rappresentata nel primo Adamo; siccome quest'ultimo era perfetto, egli fu del tutto reso capace ad essere signore, il dominatore o il re della terra. L'ordine di molplicate, ed empite la terra, e rendetela soggetta, ta e di regnare su di essa non concerneva Adamo solo, ma tutta l'umanità "dominino, signoreggino essi, ecc." (trad. lett.). Se il genere umano fosse rimasto perfetto e senza peccato, il governo non sarebbe mai sfuggito dalle sue mani. |
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Iddio non ha dato l’uomo il diritto di dominare il suo prossimo.
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Si osserverà che in quell'ordine non fu dato ad alcun uomo il diritto di avere il dominio nè l'autorità sul suo simile; ma soltanto l'impero sulla terra, il potere di coltivarla e di utilizzare i suoi prodotti per il bene reciproco fu dato all'intiera razza. Non furono soltanto le sue ricchezze minerali e vegetali che furono messe a disposizione e servizio dell'uomo, ma altresì tutta la varietà della vita animale. Se la razza fosse restata perfetta, ed avesse messa ad esecuzione questa intenzione primitiva del Creatore, il suo numero crescente avrebbe richiesto che gli uomini si consultassero tra di loro, onde realizzare i loro sforzi in modo sistematico, e di cercare delle vie e dei mezzi per la giusta e savia distribuzione dei beni comuni. E siccome nel corso dei tempi sarebbe stato impossibile, a cagione del loro numero considerevolissimo, che tutti si potessero raccogliere per consultarsi, sarebbe stato necessario alle varie classi di uomini di eleggere alcuni per rappresentare la totalità, rappresentanti che avrebbero esposti i bisogni comuni a tutti quanti, e che avrebbero agito per tutti. E se tutti gli uomini fossero stati perfetti mentalmente, fisicamente e moralmente, se ognuno avesse amato Iddio e le sue leggi sopra ogni cosa e il suo prossimo come se stesso, non vi sarebbe stata collisione alcuna, nessun disaccordo in una organizzazione così fatta. |
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Iddio ha disegnato un governo a scopo che ogni uomo sarebbe un sovrano -- |
Considerato a questa stregua, il disegno originale del Creatore riguardo al governo della terra, era sotto la forma repubblicana, un governo a cui tutti avrebbero preso parte, nel quale ognuno sarebbe stato un sovrano assoluto, atto ad esercitare a puntino i doveri della sua situazione tanto pel suo bene proprio che pel bene generale. |
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Governati in armonia con il Re Supremo dell’Universo, la Cui legge e’
amore.
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La durata e perpetuità di quel governo conferito all'uomo non dipendeva che da una condizione, cioè che quella dominazione divinamente conferita si esercitasse sempre in armonia coll'augusto [285] sovrano dell'universo, la cui unica legge succintamente esposta è l'amore.
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La disobbedienza di Adamo risulto’ alla perdita della sua vita com’ anche il suo dominio sulla Terra. |
Riguardo a questa grande grazia conferita all'uomo, Davide dice, benedicendo il Signore:
Quella dominazione rimessa al genere umano nella persona di Adamo fu l'origine del Regno di Dio sulla terra. Fin d'allora l'uomo esercitò la signoria come rappresentante di Dio. Ma la disubbidienza dell'uomo inverso il dominatore supremo, cagionò non solo la perdita della vita, ma quella ancora di tutti i suoi diritti e privilegi come governatore rappresentativo di Dio sulla terra. Da quel momento egli è un ribelle detronizzato e condannato alla morte. Sparì così ben presto il regno di Dio sulla terra, e non fu più ristabilito di poi, — salvo in Israele per una breve durata, ed unicamente per servire di tipo. Benchè l'uomo perdesse in Eden il suo diritto alla vita e alla signoria, nè l'uno nè l'altro gli furono tolti in modo subitaneo, e durante il corso di quella vita condannata, è concesso all'uomo di esercitare la sua signoria sulla terra secondo i suoi propri pensieri ed i mezzi di cui egli dispone, finchè venga il tempo da Dio determinato, "finchè colui a cui la signoria appartiene' venga", e prenda l'impero ch'ei riscattò. |
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Colla sua morte in nostro Signore Gesu’, riscatto’ l’uomo ed il suo
dominio.
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Colla sua morte il nostro Signore riscattò non solo l'uomo, ma la sua eredità primitiva altresì, compresovi il governo della terra. Avendola riscattata, il titolo gli appartiene; egli ne è ora il legittimo erede, e al proprio tempo, fra breve, egli prenderà possesso di ciò che egli ha acquistato (Ef. I, 14). Nondimeno, non avendo egli riscattato l'uo [286] mo per farne uno schiavo, ma per ristabilirlo al suo stato precedente, egli fece il simigliante colla dominazione della terra: egli la riscattò con tutti i beni e privilegi primitivi dell'uomo, collo scopo di restituirla all'uomo appena quest'ultimo sarebbe nel caso di potersene servire in armonia colla volontà di Dio. Ne risulta che il regno del Messia sulla terra non sarà di una durata eterna. Egli non durerà che fino al punto in cui, col suo scettro di ferro, avrà annientata ogni ribellione ed insubordinazione, e restaurata la razza decaduta alla prisca perfezione, mediante la quale essa sarà in grado di esercitare pienamente la signoria alla quale era stata destinata in origine. Quando tutto sarà ristabilito, il Regno di Dio sarà nuovamente sopra la terra, e ciò sotto all'uomo, rappresentante di Dio scelto per ciò. |
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Israele servi’ come tipo per il Regno promesso. |
Durante l'età giudaica, Iddio organizzò il popolo d'Israele come suo regno, sotto Mosè ed i Giudici una specie di repubblica, ma non fu se non tipico. Ed il governo più dispotico che gli tenne dietro, in ispecie quello di Davide e di Salomone, era a certi riguardi, il tipo del regno promesso del Messia. Contrariamente alle nazioni circonvicine, Israele aveva per re Geova, ed i suoi governatori servivano sotto di lui, come ce lo dice (Sal. LXXVIII, 70, 71). Ciò viene espresso in modo molto preciso in 2 Cron. XIII, 81; I Cron. XXIX, 23, ove Israele è chiamato il "Regno del Signore" ed ove ci è detto che "Salomone sedette sul trono del Signore in luogo di Davide suo padre", il quale, come successore di Saulle, suo primo re, si era seduto sul medesimo trono ed aveva regnato durante i 40 anni precedenti. |
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Israele come tipo del Regno fu’ rovesciato... |
Allorchè Israele peccò contro al Signore, egli lo castigò a varie riprese e finalmente gli tolse del tutto il regno. Nei giorni di Sedechia — l'ultimo re della stirpe di Davide — lo scettro del potere reale [287] fu tolto: allora fu che il regno tipico di Dio fu rovesciato. |
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Affinche’
Cristo, l’erede giusto, lo reclama.
Dall’anno AD 70, Israele e’ stato sparso fra tutti le nazioni. |
La sentenza di Dio a questo riguardo è racchiu sa nelle parole seguenti: "E tu, empio profano, principe d'Israele, il cui giorno è venuto nel tempo del colmo dell'iniquità; così ha detto il Signore Iddio, togli cotesta benda reale (tiara) e leva via cotesta corona; ella non sarà più dessa. Io la riverserò, la riverserò (1), la riverserò, finchè venga colui a cui appartiene il giudicio; ed io gliela darò. (Ezech. XXI, 25-27) (ved. Gen. XLIX, 10). In adempimento di questa profezia, il re di Babilonia venne contro gl'Israeliti, spossessò il loro re e condusse il popolo in ischiavitù. Abbenchè più tardi riavessero da Ciro, re di Persia, la loro esistenza nazionale, essi furono nondimeno asserviti e costretti a pagare il tributo ai successivi imperi dei Medo- Persiani, dei Greci e dei Romani, fino alla distruzione difinitiva della loro nazionalità nell'anno 70 dell'èra cristiana; a partire da quel punto essi furono dispersi fra tutte le nazioni. I1 regno d'Israele è l'unico regno, dopo la caduta, che Iddio abbia riconosciuto come rappresentante in qualche guisa il suo governo, le sue leggi, ecc. Vi furono varie nazioni prima di Israele, ma nessuna potè ragionevolmente pretendere aver Dio come fondatore, ovvero che i suoi governatori fossero dei rappresentanti di Dio. Allorchè il diadema fu tolto a Sedechia, e che il regno d'Israele fu reciso, fu decretato che non sarebbe rialzato se non quando Cristo, il vero erede del mondo, venisse a reclamarlo. Così tutti gli altri regni giunti temporaneamente al potere fino al ristabilimento del regno di Dio, son designati come "regni del mondo" sotto al "principe di questo mondo'; dal che risulta che qualsiasi pretesa di essere dei regni di Dio, per [288] parte di qualsiasi di essi è del tutto illegittima. (1) Ne fartò una rovina, una rovina! Vers. Darby. |
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Tutti gli altri Regni son descritti come „I Regni di questo Mondo.“ |
Il regno di Dio non fu neppure stabilito al primo avvenimento di Gesù (Luca XIX, 12, confr. Dan. II, 44). Allora e dopo, Iddio non elesse dal mondo che quelli giudicati degni di regnare con Cristo come coeredi di quel trono. Cristo non prenderà prima della sua seconda venuta possessione del regno per regnare sopra tutti con gloria e potenza. |
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„E Gerusalemme sarà calpestata dai gentili, finché i tempi dei gentili
siano compiuti.“ Luca 21:24
L’uomo caduto ha dimostrato la sua incapacita’ di governare se stesso.
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Gli altri regni tutti, salvo quello d'Israele, son chiamati dalla Scrittura, i regni delle nazioni, "i regni di questo mondo", sotto al "principe di questo mondo" — Satana. Dopo la sparizione del regno di Dio ai giorni di Sedechia, il mondo resta senza governo che Iddio possa approvare e di cui egli sorvegli particolarmente le leggi e gli affari. Indirettamente Iddio riconobbe quei governi pagani, dichiarando pubblicamente con un decreto (Luca XXI, 24) che durante l'interregno l'impero sopra Gerusalemme e sul mondo si eserciterebbe per mezzo del governo delle nazioni e dei Gentili. Quel periodo d'interregno o d'intervallo tra la sparizione dello scettro e governo di Dio e il suo ristabilimento in maggior gloria, potenza e magnificenza in Cristo, vien chiamato dalle Scritture "i tempi delle nazioni". E quei tempi (o anni) durante i quali è permesso ai "regni di questo mondo" di regnare sono limitati, e il periodo di ristabilimento del regno di Dio sotto al Messia è altresì fissato e segnato nelle Scritture. Vero è che quei governi delle nazioni sono stati malvagi assai, ma con uno scopo savio essi furono permessi "ordinati da Dio" (Roma XIII, 1). La loro imperfezione e la loro tirannia formano una parte della lezione generale dell enormità del peccato, e provano l'incapacità degli uomini decaduti di governarsi da sè, fosse pure per la loro propria soddisfazione soltanto. Iddio permise loro in generale di mettere ad effetto i loro disegni, dal più al meno [289] secondo la loro capacità, non governandoli lui se non quando venivano in conflitto col suo piano. Il suo disegno è che eventualmente tutto concorra al bene e che in fin dei conti "l'ira dell'uomo, persino, volga alla sua lode". Il rimanente che non farebbe nè bene nè male, che non condurrebbe a nessuno scopo, da cui non si potrebbe trarre lezione veruna, egli lo "aggratiglia". "Tu ti cingerai del rimanente dell'ire" (Ps. LXXVI, 10). |
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Satana ha travisato il carattere di Dio ed acceco’ gli uomini alla
verita’.
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E' alla condizione decaduta e depravata dell'uomo, alla sua debolezza che bisogna attribuire la sua impotenza a stabilire un governo perfetto. E' quella debolezza che, in sè stessa, è già sufficiente per attraversare tutti gli sforzi del genere umano per produrre un governo perfetto, che Satana utilizza attualmente, dopo avere avuto cura prima di spingere l'uomo ad essere sleale verso il Dominatore supremo. Satana ha continuamente sfruttata la debolezza dell'uomo onde far apparire ìl bene come male e viceversa; egli ha presentata ad una falsa luce e il carattere e il piano di Dio, egli ha accecato il genere umano riguardo alla verità. Operando nei "figliuoli di ribellione". (Ef. II, 2) egli li ridusse schiavi per fare la sua volontà (2 Tim. II, 26), e usurpò il diritto di essere come lo chiamarono Gesù e gli apostoli, il "principe" (Signore) di questo mondo, (Giovi. XIV, 30; XII, 31). Non è legittimamente che egli è il principe di questo mondo, bensì per usurpazione, per astuzia e frode. E poich'egli è un usurpatore, Gesù lo destituirà in modo sommario. Se egli avesse un titolo reale a quella Signoria, non si potrebbe agire in tal maniera con lui. |
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Quando saranno spirati i tempi dei Gentili, Satana sara’ legato e rovesciato. |
Vediamo adunque che la dominazione della terra, quale essa è esercitata attualmente, ha un dominio invisibile e uno visible. Il primo costituisce il lato spirituale e l'altro il Iato umano; vale a dire che i regni visibili, terreni, sono fino ad un certo [290] punto sotto a controllo d'un principe spirituale, Satana. E' precisamente perchè Satana possedeva un tal controllo ch'ei potè fare al Signore l'offerta di essere il sovrano visibile supremo della terra sotto la sua direzione (Matt. IV, 9). Quando saranno spirati i tempi delle nazioni, i due dominii del governo attuale avranno compiti i loro giorni: Satana sarà legato ed i regni del mondo saranno diroccati. |
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La creazione decaduta, affascinata e gemente si è trascinata da secoli lungo la sua via faticosa, soccombente ad ogni passo, e vedendo i suoi più nobili sforzi restare infruttuosi. Nulla di meno, essa spera del continuo che l'età dell'oro, sognata dai suoi filosofi si avvicini. Essa non sa che una liberazione più grandiosa assai di quella che brama, è nell'aspettativa, che essa deve venire dal Nazareno sprezzato e dai suoi discepoli, i quali, come figliuoli di Dio, saranno rivelati fra breve in podestà reale per la sua liberazione (Rom. VIII, 19-22). Affinchè i suoi figliuoli non rimangano nell'oscurità e nell'incertezza relativamente alla sua tolleranza riguardo i governi malvagi attuali e alla sua finale intenzione di introdurne uno migliore, allorquando quei regni avranno servito allo scopo per cui sono stati permessi sotto alla sua provvidenza che conosce ogni cosa, Iddio ci ha date alcune grandiose vedute panoramiche dei "regni di questo mondo", e, per nostro incoraggiamento ci mostra ogni volta che la loro ruina avverrebbe mediante il ristabilimento del suo proprio regno giusto ed eterno, avente per Capo il Messia, il Principe della pace. |
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Iddio ha dato gli emperi della Terra, permesso di regnare. |
L'attuale prova dell'uomo di esercitare il governo non si fa al disprezzo della volontà e della potenza di Dio, ma col suo permesso. Ciò vien dimostrato dal sogno dato da Dio a Nebucadnesar, messaggio in cui Iddio dà il permesso ai quattro grandi im [291] peri: Babilonia, Medo-Persiano, Grecia e Roma, dì regnare fino all'epoca dello stabilimento del regno di Cristo (Dan. II, 37-44). Ciò indica il termine della loro potenza e del loro regno. |
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La
visione di Daniele sui quattro |
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Se portiamo ora il nostro sguardo su quelle visioni profetiche, ricordiamoci che esse ebbero principio con Babilonia e all'epoca della recisione del Regno d'Israele, il Regno tipico del Signore. La visione di Nebucadnesar Fra le cose "scritte prima di tempo per la nostra edificazione" che noi, i quali siamo comandati di essere sottoposti alle potenze esistenti, potessimo per mezzo di pazienza e conforto delle Scritture avere speranza (Rom. 15:4; 13:1) è il sogno di Nabucadonosor e la sua divina interpretazione per mezzo del profeta. — Dan. 2:31-45. |
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Daniele spiega il sogno e dice:
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Il sogno profetico di
Nebuchadnetsar
Quattro Emperi Universali Chiunque studi la storia può facilmente discernere i quattro grandi imperi descritti da Daniele, fra i numerosi imperi e regni inferiori che si sono innalzati sulla terra. Essi sono chiamati Imperi universali; il primo è Babilonia, il capo d'oro (v. 38); il secondo è il Medo-Persiano, vincitore di Babilonia, il petto e le braccia d'argento; il terzo è la Grecia, vincitrice dei Medo-Persiani, ventre e cosce di rame; e il quarto è Roma, il regno forte, dalle gambe di ferro e di piedi frammisti di ferro e d'argilla. Tre di quegl'imperi erano diroccati, ed il quarto, l'impero romano, aveva il potere preponderante all'epoca della nascita di Gesù come noi leggiamo.
L'impero di ferro, Roma, fu assai più forte, e durò più a lungo dei suoi predecessori. In fondo, l'impero romano ancora sussiste nei popoli di Europa. [293] E' precisamente la sua divisione attuale che vien illustrata dalle dieci dita (de' piedi) della figura. L'elemento dell'argilla frammista al ferro nei piedi rappresenta la mescolanza di cose civili e religiose — Chiesa e Stato — Quel miscuglio vien chiamato dalle Scritture "Babilonia" ossia confusione. Come lo vedremo tosto, la pietra è il simbolo del vero Regno di Dio, e Babilonia vi sostituì una imitazione di pietra, — l'argilla o creta, — ch'essa mescolò coi frantumi dell'impero (ferro) romano. E quel sistema misto di Chiesa e di Stato, la Chiesa nominale unita coi regni di questo mondo, che il Signore chiama Babilonia, usurpa il regno di Cristo chiamando sè stesso la Cristianità o il Cristianesimo — il Regno di Cristo. Daniele spiega:
Essi non possono amalgamarsi completamente.
Daniele non dice qui quando avverrà la fine di quei governi delle Nazioni; troviamo ciò altrove; ogni circostanza predetta indica tuttavia che la fine si approssima, che essa sta alla porta. Per molto tempo il sistema papale ha preteso di essere il regno che "l'Iddio del cielo" ha promesso di suscitare, e che, in adempimento di quella profezia ei tritò e consumò tutti gli altri regni. La verità è tuttavia che la Chiesa nominale è semplicemente unita cogl'imperi terreni, nel modo stesso che rargìl [294] la lo è col ferro, e che il papato non fu mai il vero regno di Dio, bensì una caricatura di esso. Una delle prove più lampanti che il papato non distrusse e non consumò quei regni terreni, è la loro esistenza attuale. Ed ora che l'argilla fangosa s'è disseccata (divenuta fragile), la sua forza attrattiva si perde e l'argilla ed il ferro lasciano vedere dei segni di dissoluzione e saranno rapidamente ridotti in polvere allorchè la "pietra", il vero regno urterà contro di essi. Proseguendo la sua interpretazione, Daniele dice:
La pietra che si taglia dal monte senza opera di mano e che trita e disperde la potenza delle nazioni rappresenta la vera Chiesa, il Regno di Dio. Durante l'età del Vangelo, quel regno della "pietra" si vede formato, tagliato e lavorato per la sua situazione e la sua grandezza futura, non coi sussidi della mano umana, ma mediante lo spirito di verità e la potenza invisibile di Geova. Allorchè questo regno sarà compiuto e intieramente tagliato fuori dal monte egli rovescierà ed annienterà i regni di questo mondo. Non son già le persone, bensì i governi che sono simbolizzati nella statua ed essi sono che verranno distrutti. "Perciocchè il Figliuol dell'uomo non è venuto per far perire l'anima degli uomini, ma bensì per salvarla" (Giov. III, 17). |
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Una
pietra staccata dal monte la quale rappresenta il Regno di Dio... |
Durante la preparazione della pietra, mentr'essa si stacca, chiamar la si potrebbe un monte in embrione, in confronto del suo destino futuro; così pure la Chiesa può essere chiamata, talvolta il regno di Dio. Infatti la pietra non può tuttavia [295] diventare monte prima di avere percossa la statua. Così è pure della Chiesa nel vero senso della parola: essa non può divenire il Regno di Dio che riempirà la terra prima che "il giorno del Signore" il giorno dell'ira sulle nazioni" o "il tempo di distretta" non sia venuto, e ch'essa sia stabilita e che tutti gli altri imperi sianle stati sottoposti. Rammentatevi ora la promessa fatta da Gesù ai vincitori dell'età evangelica.
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La mano che percosse gli Emperi sanera’ il popolo. |
Quando il "giorno dell'ira sulle nazioni" o "il tempo di distruzione, allora la mano che ha percosso si volgerà per guarire, ed i popoli ritorneranno al Signore, ed egli li sanerà (Esaia II, 3; XIX, 22; Ger. III, 22-23; Osea VI, 1; XIV, 4) — dando loro la "co rona di gloria in luogo di cenere e l'olio di allegrezza in luogo di duolo, ammanto di lode in luogo di spirito angustiato, (Es. LXI, 3). |
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Il sogno di Nebucadnetsar rappresenta il punto di vista del mondo. |
La visione di Daniele sui governi terreni. Nella visione di Nebucadnesar noi vediamo gl'imperi della terra quali essi si presentano al punto di vista del mondo, come una esposizione della gloria, della grandezza e della potenza umana, quantunque vi si scorga pure un indizio della loro decadenza e della loro distruzione finale, come ciò vien indicato nella decrescenza dell'oro fino all'argilla. |
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La pietra, la vera Chiesa, è stata stimata dal mondo come non avendo valore alcuno durante la sua formazione, allorchè essa fu presa dalla montagna (regni). Essa è stata disprezzata e respinta dagli uomini: Essi non videro in essa "cosa alcuna [296] ragguardevole perchè la desiderassero". Il mondo ama, ammira, loda e difende i monarchi ed i governi rappresentati in quella grandiosa, figura sebbene ei sia stato continuamente deluso, ingannato, offeso ed, oppresso da essi. In prosa ed in versi il mondo celebra i grandi eroi di quella statua, coronati di successi, Alessandro, Cesare, Bonaparte ed altri di cui la grandezza ed il genio si manifestarono mediante, inaudite carneficine dei loro simili, e che, nelle loro smodate brame di regnare, fecero a milioni le vedove e gli orfani. Ed è quello spirito, tal quale egli esiste nelle "dita dei piedi" della statua, — che vediamo oggi giorno manifestarsi in quegli eserciti bene organizzati di più di dodici milioni d'uomini armati fino ai denti ed esercitati al macello, pronti ad avventarsi gli uni sugli altri e massacrarsi — col sussidio di tutte quelle invenzioni diaboliche d'una ingegnosità moderna — al comando delle "potenze che esistono". |
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"Ora dunque noi reputiamo beati i superbi; benchè operino empiamente, pur sono edificati (stabiliti)". Mal., III, 15). Non possiamo noi dunque scorgere che la distruzione di quella grande statua motivata dall'urto della pietra e dallo stabilimento deL Regno di Dio, altro non sarà che la liberazione degli oppressi e la benedizione di tutti? Ancorchè il mutamento debba cagionare per un tempo afflizioni e disastri, esso produrrà infine dei frutti pacifici di giustizia. |
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Il
sogno di Daniele rappresenta il punto di vista di Dio.
Dice Daniele:
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Ma ora, pur tenendo a mente la diversità di vedute, contempliamo i medesimi quattro imperi universali al punto di vista di Dio e di quelli che sono in armonia con Lui, quali essi furono dipinti a Daniele, il profeta diletto. A lui come a noi, essi appariscono senza gloria e brutali. A lui quei quattro imperi universali, appariscono come quattro bestiacce selvagge e voraci. E alla sua vista il regno di Dio da venire (la pietra) fu proporzionatamente più [297] grande quello di Nebucadnesar. Quattro Grandi Bestie
Sorvoliamo — come aventi un'importanza secondaria nella presente investigazione — sui dettagli riferentisi alle tre prime bestie (Babilonia, il leone: Melo-Persiano, l'orso; Grecia, il pardo), colle loro teste, i loro piedi, le loro ali, ecc., dettagli aventi tutti un significato simbolico, — per occuparci di quelli relativi alla quarta bestia — Roma. L’Impero Romano si dimostro’ spaventevole e terribile. Della quarta bestia, Roma, Daniele dice:
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Le tre corna dell’ Impero Romano Il
Primo Corno = Ravenna governata dai Esarchi Orientali Il
Secondo Corno =
Gli Eruli Il
Terzo Corno = Gli Ostrogoti
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E' l'impero romano che vien qui ritrattato; e le divisioni, della sua potenza son vedute nelle dieci corna, un corno essendo un simbolo di poten [298] za. Il piccolo corno che sorge d'in mezzo ad esse, che si appropria la potenza di tre di esse e regna fra le altre rappresenta il principio umile e l'elevazione graduale al potere della Chiesa di Roma, della potenza o corno papale. Appena elevatosi in influenza, tre divisioni potenti o corna (gli Eruli, l'Esarcato dell'Est e gli Ostrogoti) furono divelti sulla via di essa per far posto al suo stabilimento come potenza o corno civile. Quest'ultimo corno più specialmente elevato, il papato, si segnala coi suoi occhi, che significano intelligenza, e colla sua bocca, le sue parole arroganti, le sue pretesi ecc. |
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Stavo osservando le corna, quand'ecco in mezzo ad esse spuntò un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte; ed ecco in quel corno c'erano degli occhi simili a occhi di uomo e una bocca che proferiva grandi cose. Daniele 7:8 |
Daniele non dà nome alcuno descrittivo a questa quarta bestia raffigurante Roma. Mentre le altre sono descritte come leone, orso e pardo, la quarta fu così feroce ed orrida che non poteva essere paragonata ad una bestia della terra. Giovanni a cui fu rivelata l'Apocalisse e che vide in visione la medesima bestia (governo) simbolica non seppe neppur lui con qual nome descriveva e glie ne dà. infine parecchi. Tra gli altri egli la chiama "Diavolo" (Satana) (Apoc. XII, 9). Egli scelse certamente un nome appropriato, perciocchè Roma, contemplata alla luce delle sue persecuzioni sanguinose, è stata infatti il più diabolico dei governi terreni. Altresì nella sua trasformazione di Roma pagana in Roma papale noi abbiamo una illustrazione di ciò che caratterizza Satana principalmente ; poichè egli altresì si maschera per apparire come angelo di luce (2 Cor. XI, 14); è quello appunto che fece Roma, essa si è trasformata esteriormente dal paganesimo al cristianesimo, e pretese essere cristiana, — il regno di Cristo (1). |
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La Bestia ed il Piccolo Corno son distrutti gradualmente. |
Dopo aver dati vari dettagli circa quest'ultima bestia — la romana — e specialmente riguardo al suo corno strano — il corno papale, il profeta dice che il giudizio si tenne contro quel corno e che principierebbe col perdere la sua dominazione, la quale consumerebbesi con un avviamento graduale sino alla distruzione della bestia stessa. |
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La Bestia sara’ uccisa dall’ insurrezione delle masse popolare nel Giorno del Signore. |
Quella bestia, l'impero romano, (chiamato più tardi il "Santo Impero romano germanico"), ancora esiste nelle sue corna e divisioni; essa sarà uccisa dall'insurrezione delle masse popolari e dalla caduta dei governi nel "giorno del Signore", due atti preparatori necessari alla riconoscenza del regno celeste. Ciò chiaramente si vede in altri passi che dobbiamo esaminare. Nondimeno, è la consunzione del corno papale che interviene per la prima. La sua potenza ed influenza principiarono a consumarsi allorquando Napoleone condusse il papa captivo in Francia. E allorchè nè i fulmini papali nè le preghiere non valsero a liberarlo dalla potenza di Bonaparte, le nazioni furono chiaramente convinte che l'autorità e la potenza divina di cui tanto si prevaleva il papato, erano destituite di qualsiasi- fondamento. D'allora in poi, il potere temporale del papato scemò rapidamente fino a che, il 20 settembre 1870, Vittorio Emmanuele, re d'Italia glie ne fece perdere fino alle ultime vestigia. Durante tutto il tempo in cui proseguiva la sua distruzione essa non cessò mai di profferire i suoi discorsi grandiosi, ampollosi e blasfematori. La sua ultima grande pretesa ebbe luogo nel 1870, —allorquando, pochi mesi soltanto prima del suo tracollo, essa proclamò la dichiarazione dell'infallibilità dei papi. Tutto ciò è specificato nella profezia [300] che dice : |
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Discorsi grandiosi del Piccolo Corno. |
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Il
quarto empero sara’ distrutto completamente per come e’simboleggiato
dalla sua
fine nello stagno di fuoco.
Apocalisse 19:20
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Siamo da ciò condotti alla storia contemporanea e messi in grado di riconoscere che la prima cosa che dobbiamo aspettare, è la distruzione dei regni del mondo. Ciò vien descritto con queste parole "mentre guardai, la bestia fu uccisa ed il suo corpo fu distrutto e fu dato ad esser arso col fuoco". L'essere abbattuto ed arso sono simbolici come la bestia stessa, e significano la distruzione completa ed irrimediabile dei governi attualmente organizzati. Nel vers. 12 il profeta osserva una differenza tra la fine di questa quarta bestia e quella delle tre precedenti. Quelle tre (Babilonia, Persia e Grecia) furono successivamente spogliate dei loro imperi, esse cessarono di essere potenti regnando sulla terra, ma la loro vita come popolo non cessò ipso facto. La Grecia e la Persia hanno ancora un po di vita, sebbene l'impero universale sia loro stato tolto da secoli. Ma così non avverrà coll'impero Romano, la quarta ed ultima di quelle bestie. Essa perderà tutto ad un tempo e l'impero e la vita, e se n'andrà in completa distruzione. E con essa bestia, le altre spariranno altresì (Dan. II, 35). |
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Il
quinto Impero Universale di Dio sara’ un dominio in Eterno.
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Qualunque esser possano i mezzi o strumenti adoperati, la causa della loro caduta è lo stabilimento del quinto impero universale della terra il regno di Dio, sotto a Cristo, a cui appartiene il diritto di governo. La trasmissione del regno della quarta bestia che per un tempo determinato fu "ordinato da Dio", al quinto regno, sotto al Messia, allorchè il tempo determinato sarà venuto vien descritto dal profeta in queste parole:
Ciò significa come l'angelo lo interpretò: che
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Bisogna
infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i
suoi piedi.
1 Corinzi 15:25
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Noi vediamo adunque che il governo della terra sarà posto nelle mani di Cristo da Geova ("l'Antico dei giorni") il quale deve "mettere tutte le cose sotto ai suoi piedi" (I Cor., XV, 27). Così posto sul trono del regno di Dio, conviene che egli regni. fino a che abbia distrutta ogni autorità ed ogni potere in conflitto colla volontà e la legge di Geova. Per l'adempimento di quella grande missione, l'annientamento di quei governi di nazioni è necessario anzitutto; poichè i "regni di questo mondo" come pure il "principe di questo mondo" non si arrenderanno in modo pacifico ; anzi, dovranno essere legati ed atterrati colla forza. Ecco perchè leggiamo,
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Venga
il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. Matteo 6:10 |
Venga Il Tuo Regno Se noi contempliamo i governi attuali dal punto di vista del nostro Signore e del profeta Daniele, e riconosciamo il loro carattere feroce, distruttivo, bestiale ed egoista, non possiamo se non desiderare vivamente la fine del governo di gentili e delle nazioni, e noi ci rallegriamo nel guardare avanti verso quel tempo benedetto in cui i vincitori della presente età saranno messi sopra dei troni col loro capo per governare, benedire e ristaurare la creazione [302] gemente. In verità tutti i figliuoli di Dio possono pregare col loro Signore, dicendo :
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Il Regno di Dio sara’ manifestato prima che i regni di questo mondo saranno distrutti. |
Ognuno di quei governi rappresentati con delle bestie, già esisteva prima di entrare in potenza come impero universale. Così è pure del regno di Dio, egli esiste da molto tempo, separato dal mondo, senza cercar di regnare, ma aspettando il suo tempo, il tempo fissato dall'Antico dei giorni. E come gli altri pure conviene ch'egli arrivi al potere prima di poter esercitare la sua potenza inverso alla bestia o il regno che la precedette cioè colpendola ed abbattendola. Di lì la giustezza dell'espressione:
Per conseguenza, in qualunque modo noi l'aspettiamo, ci conviene aspettare che il regno di Dio sia inaugurato prima della caduta dei regni di questo mondo e che la sua potenza e l'opera sua cagionino la loro rovina (Dan. II, 44). |
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La forza di Satana non e’ stata assoluta.
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I governi attuali
contemplati Il diritto e l'autorità suprema di governare il mondo appartiene ed apparterrà sempre a Geova il Creatore; poco importa a chi egli permetta di esercitare un'autorità che siagli subordinata. In conseguenza delle imperfezioni e delle infermità provenienti dalla sua slealtà verso il Re dei re, Adamo divenne ben presto debole ed abbandonato. Come monarca, egli cominciò a perdere il potere mercè il quale per la forza della sua volontà, egli comandava in origine e si faceva ubbidire dagli animali inferiori. [303] Perciò ei perdette il controllo sopra se stesso a tal punto che quando egli volle fare il bene, intervenne la sua debolezza accompagnata dal male, in guisa che il bene che egli avrebbe desiderato fare, quello non fece, ma fece invece il male che non avrebbe voluto fare. Non già che cerchiamo di scusare la nostra razza ribelle, ma noi non possiamo che simpatizzare co' suoi sforzi di governarsi da sè e di migliorare la sua sorte. E qualche cosa di buono può essere detto del successo riportato dal mondo in questa direzione. Imperocchè, pur riconoscendo la natura reale di quei governi paragonandoli a delle fiere, corrotti com'essi erano, essi sono stati preferibili assai all'assenza di governo, preferibili molto alla licenza ed all'anarchia. E sebbene l'anarchia fosse stata probabilmente più grata al "principe di questo mondo", così non fu fra i suoi soggetti, e la sua potenza non è assoluta; essa non si estende che fino ai limiti della sua capacità di agire per mezzo dell'uomo; e conviene che la sua politica si adatti in una larga misura alle idee, alle passioni e ai pregiudizi degli uomini. L'uomo voleva un governo del paese col paese, indipendente da Dio; e allorchè Iddio gli permise di farne l'esperienza, Satana afferrò l'occasione per estendere la sua influenza e il suo impero. Avvenne così che, non curandosi di conoscere Iddio (Rom. I, 28) gli uomini si esposero all'influenza di quel nemico potente ed astuto, ma invisibile sempre, e, dipoi, essi sono stati costretti d'agire tanto contro alle sue macchinazioni che contro alle loro proprie infermità. |
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I governi di questo mondo cercano di promotare la giustizia.
Dove la giustizia e’ ignorata vi risultano le revoluzioni.
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Così stando le cose, volgiamo una volta ancora Io sguardo sui regni di questo mondo, e contempliamoli come essendo lo sforzo dell'umanità decaduta di governarsi da sè, indipendentemente da Dio. Quantunque la corruzione individuale e l'egoismo abbiano deviato il corso della giustizia in [304] guisa che sotto ai regni di questo mondo, fosse raramente resa piena giustizia a qualcuno, non pertanto, lo scopo preteso da ogni governo che fu stabilito fra gli uomini, fu sempre quello di avanzare il regno della giustizia e di accrescere il benessere di tutti. L'affare cambierebbe se si trattasse di esaminare fino a qual punto quello scopo sia stato raggiunto; ma era non di meno di pretesto di tutti i governi, e la ragione per la quale i governati si sottomisero e li sopportarono. E là ove la giustizia fu grossolanamente ignorata, la folla fu ora accecata ora delusa, oppure ne risultarono le guerre, le sommosse, le rivoluzioni. Le azione nere di vili tiranni che pervennero alla potenza nei regni del mondo non erano la risultante delle leggi e delle istituzioni di quei governi; ma furono quei tiranni che diedero a quei governi il marchio del loro carattere bestiale abusando dell'autorità usurpata, e servendosene per scopi inconfessabili. Ogni governo ebbe, generalmente, delle leggi savie, giuste e buone, — leggi per la protezione della vita e della proprietà, per la protezione del commercio e della famiglia, per la punizione del delitto, ecc. Essi ebbero perfino le corti d'appello, in caso di litigio, ove la giustizia fosse amministrata almeno fino a un certo grado; e per quanto imperfetti abbiano potuto essere i funzionari, restano pur sempre evidenti i vantaggi e la necessità di simili istituzioni. Per quanto meschini abbiano potuto essere quei governi, senza di essi, gli elementi inferiori della società avrebbero, da molto tempo, oppressi gli elementi più giusti e migliori colla forza del numero. |
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Satana
si ha servito con sfruttare mediante le debbolezze e corrotti desideri
dei magistrati.
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Governi
Umani, Spesso, Mentre riconosciamo il carattere bestiale di quei governi, attribuendolo al raggiungimento del potere per parte d'una maggioranza di funzionari ingiusti, merce gl'intrighi e gl'inganni di Satana che [305] sfrutta le debolezze degli uomini, le sue idee, i suoi gusti corrotti; d'altra parte li riconosciamo altresì come i migliori sforzi d'una povera umanità decaduta, governantesi da sè. Di secolo in secolo Iddio soffrì che gli uomini ne facessero la prova e che ne vedessero i risultati. Ma dopo secoli di esperienze, i risultati non sono più soddisfacenti attualmente di quel che siano, stati in qualsiasi periodo della storia del mondo. Infatti, il malcontento è più generale e più sparso che mai.; non già che vi sia una maggiore oppressione o violazione della giustizia, ma perchè, secondo le ordinazioni di Dio, gli occhi si aprono sempre di più per l'accrescimento della conoscenza. |
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L’aumento della conoscenza e spirito d’indipendenza stanno per terminare l’influenza Satanica. |
I vari governi che sono stati stabiliti attraverso i secoli hanno mostrato l'attitudine media di ogni popolo a governarsi da sè. Anche là ove hanno esistiti i governi dispotici, il fatto che furono tollerati dalle masse, prova che il popolo non era capace di stabilire e di sopportare un governo migliore, sebbene varie individualità abbiano potuto essere, senza dubbio veruno, assai più chiaroveggenti che non la massa dei cittadini. |
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Preparazione
per un tempo di conoscenza in generale.
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Se noi confrontiamo la situazione del mondo attuale con quella d'un periodo qualunque del passato, noi troviamo una differenza marcatissima nei sentimenti delle masse. Lo spirito d'indipendenza è ora in voga e le genti non si lasciano più agevolmente porre una benda sugli occhi; esse non si lasciano neppure più ingannare dai conduttori, dagli uomini politici, e non si metterebbero più al giogo d'una volta. Quel cambiamento nell'opinione pubblica non è stato un, avviamento graduale dopo che, l'uomo stesso cominciò a governarsi da sè; egli non è riconoscibile in modo distinto che a partire dal XVI.o secolo, ed egli è specialmente impetuoso nello spazio degli ultimi cinquant'anni. Tale cambiamento non è adunque il risultato delle esperienze [306] dei secoli passati, ma è il risultato naturale dell'accrescimento recente e della diffusione geneale di cognizioni che ebbe principio coll'invenzione della stampa, nel 1440, e col moltiplicarsi dei libri e degli scritti periodici che ne conseguì. |
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La conoscenza conduce ad un risvegliamento stimandosi ed esigendo i loro diritti.
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L'influenza di quell'invenzione sulla pubblica chiaroveggenza principiò a farsi manifesta verso il secolo XVI. o ed i progressi che sono avvenuti a partire da quell'epoca sono a tutti noti. L'educazione generale delle masse si popolarizzò, e dopo le invenzioni e le scoperte divennero avvenimenti di tutti i giorni. Tale aumento della conoscenza fra gli uomini, fu voluta da Dio, ed esso si manifestò al suo proprio tempo determinato; è una di quelle potenti influenze che sono ora in opera per legare satana, diminuire la sua influenza e paralizzare i suoi sforzi in questo "giorno di preparazione" e ciò pel ristabilimento del regno di Dio sulla terra. Quell'accrescimento, della conoscenza in ogni direzione risveglia fra gli uomini il rispetto di sè stessi, e li spinge alla realizzazione dei loro diritti naturali e imprescrittibili; essi non permetteranno più a lungo che questi ultimi vengano ignorati, calpestati; essi andranno piuttosto all'estremo opposto. Gettate un'occhiata retrospettiva attraverso i secoli e vedrete come i popoli hanno scritto col sangue la storia del loro malcontento. E il profeta dichiara che in virtù dell'aumento di conoscenze un malcontento ancora più generale, e sparso in lungo e in largo si risolverà finalmente in una rivoluzione abbracciante il mondo intiero, nel sovvertimento di ogni legge ed ordine; che l'anarchia e la distretta in tutte le classi ne sarà il risultato; ma che in mezzo a quella confusione l'Iddio dei cieli susciterà il suo regno che appagherà le brame di tutte le nazioni. Spossati, sgomenti pei loro insuccessi e vedendo che il loro ultimo e supremo sforzo non arriva che all'anarchia, gli uomini saluteranno [307] con gioia l'autorità celeste, essi s'inchineranno davanti ad essa e riconosceranno il suo governo forte e giusto. In tal modo la perplessità dell'uomo diverrà la via del Signore, e "il desiderato di tutte le nazioni verrà" — il Regno di Dio in potenza e grande gloria (Ag. II, 7). |
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Il fanatismo dell’uomo diverra’ la via del Signore. |
Sapendo che tale fu il piano di Dio, Gesù ed i suoi Apostoli non si opposero in alcun modo ai potenti della terra. Anzi, essi insegnarono alla Chiesa a sottomettersi a quelle potenze quand'anche essa dovesse spesso soffrire dei loro abusi di potere. Essi insegnarono alla Chiesa a obbedire alle leggi e a onorare coloro che sono al potere a cagione delle loro funzioni, anche se personal- mente non fossero degni di veruna stima; essi vollero che si pagassero le tasse imposte e che non si opponesse resistenza alcuna alle leggi stabilite (Atti IV, I9; V, 29), salvo in ciò che sarebbe in contraddizione colle leggi di Dio (Rom. XIII, I-7; Matt. XXII, 21). I1 Signor Gesù gli apostoli e la Chiesa primitiva, furono tutti sottomessi alla legge, ma essi si tennero a distanza dai governi di questo mondo e non vi presero parte alcuna. |
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Voi dunque non siete piú forestieri né ospiti, ma concittadini dei
santi e membri della famiglia di Dio.
Efesini 2:19
Dopo la morte degli Apostoli, ha diminuito il desiderio per predicare la venuta del Regno di Dio. |
E' vero che le potenze che esistone (i governi di questo mondo) furono stabiliti e ordinati da Dio, affinchè l'uman genere potesse acquistare l'esperienza necessaria sotto ai loro regni, ma la Chiesa dei fedeli che aspirano ad una posizione nel Regno di Dio che s'avvicina, non deve concupire onore alcuno; essa non deve ricevere sussidi dai regni di questo mondo ed essa non deve opporsi a quei poteri. I membri della Chiesa sono concittadini ed eredi del regno celeste (Ef. II, 19), e come tali sottomessi ai regni di quaggiù, essi debbono soltanto richiedere i diritti e le libertà che sono concesse agli stranieri (forestieri). La loro missione non è quella di contribuire al miglioramento della condizione attuale [308] del mondo, nè d'ingerirsi nei suoi affari del presente. Provandosi a far così essi altro non farebbero che sciupare le loro forze; perciocchè, il corso del mondo e il suo scioglimento sono in modo chiaro e distinto tracciate nelle Scritture e sono pienamente nelle mani di colui che, al proprio tempo ci darà il regno. L'influenza della vera Chiesa è insignificante, e sempre lo fu essa è di tanta piccola importanza che in realtà essa non conta sul terreno politico ; ma per quanto grande essa ci possa sembrare, noi dovremmo seguire l'esempio e l'insegnamento del nostro Signore e degli apostoli, sapendo che il disegno di Dio è di lasciar fare al mondo la prova di governarsi da sè colle sue proprie forze; la vera Chiesa pur essendo nel mondo, non dovrebbe essere del mondo. I santi non possono avere un'influenza sul mondo se non collo starne appartati e lasciando risplendere la loro luce; e in tal modo, coi loro atti e colla loro condotta, lo spirito di verità convince o per meglio dire censura il mondo. Si è amando la pace e l'ordine, raccoman dando ogni legge giusta, e riprendèndo e biasimando la licenza e l'iniquità, mostrando infine il regno di Dio promesso e le sue benedizioni attese, e non ingerendosi nella politica — secondo un metodo troppo comune, ahimè! — complottando per acquistare il potere mondano, da cui si è trascinati alle guerre, al peccato, alla degradazione generale, che la sposa futura, gloriosa e casta del principe di pace dovrebbe manifestarsi come una potenza per far bene, ed essere così il rappresentante del Signore nel mondo. |
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La Chiesa di Dio dovrebbe consacrare tutta la sua attenzione ed i suci sforzi alla predicazione del Regno di Dio e all'avanza- mento degl'interessi di quel regno secondo il piano consegnato nelle Scritture. Se ciò si adempie fedelmente non le resterà nè tempo nè voglia d'ingerirsi nella politica dei [309] governi attuali; Gesù non ne aveva il tempo, nè gli apostoli nè alcuno dei santi che seguirono il suo esempio. |
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La Chiesa primitiva divenne appunto la vittima di quella tentazione, poco tempo dopo la morte degli apostoli. La predicazione del Regno di Dio che è da venire e che dovrebbe prendere il posto di tutti i regni della terra, e del Cristo crocifisso, come l'erede di quel regno, era ingrata e suscitò il disprezzo, il disdegno, e la persecuzione. L'idea venne allora ad alcuni di migliorare il piano di Dio e di conquistare alla Chiesa una situazione più invidiata davanti; mondo invece dela sofferenza. Essi vi riescirono mediante una combinazione colle poten ze terrene, combinazione da cui si sviluppò il papato, che a suo tempo divenne padrone e Signore delle nazioni, (Apoc. XVII, 3-5; XVIII, 7). In grazia di tale politica, tutto mutò; al posto delle sofferenze venne l'onore; invece dell'umiltà venne l'orgoglio; invece di verità venne l'errore; invece di essere perseguitata, la chiesa divenne persecutrice di tutti quelli che condannarono i suoi nuovi onori illegalmente acquistati. Essa non tardò ad inventare sofismi (argomenti capricciosi) e nuove teorie affin di giustificare la sua condotta; ingannando sè stessa in primo luogo, e le nazioni in seguito, essa, le condusse a credere che il millennio promesso di Cristo era venuto e che Cristo il Re era rappresentato dai suoi papi, che regnarono sopra i re della terra come, vicarii o vice re. Le sue pretese riuscirono con successo ad ingannare tutto il mondo. Essa inebbriò gli abitanti della terra colle sue dottrine erronee (Ap. XVII, 2) intimidendoli colla teoria delle pene eterne, le quali, secondo essa, aspettano tutti quelli che resistono alle sue pretese. Tutti i re d'Europa non tardarono ad essere coronati o deposti per suo ordine e sotto alla sua pretesa autorità. |
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Allora, la Chiesa falsa, unindosi con i governi di questo secolo, reclamarono che il Regno di Cristo era gia’ venuto. |
Ecco perchè i regni dell'Europa pretendono fieno a quest'oggi essere dei regni cristiani, e proclamano che i loro sovrani regnano "per la grazia di Dio", cioè per la nomina pel tramite del papato o di una setta protestante. Benchè i. riformatori avessero respinte molte delle pretese papali riferentisi alla giurisdizione ecclesiastica, ecc., essi si tennero non di meno fermi a quell'onore che i re della terra avevano finito per attribuire alla Cristianità. E in tal modo i riformatori caddero nel medesimo errore ed esercitarono l'autorità di monarchi, coll'installare, e sanzionare i governi ed i re, chiamandoli "regni cristiani" o "regni di Cristo". Perciò ci vien fatto spesso di udire l'enigma strano "Il mondo cristiano", un'enigma infatti, se lo si osserva alla luce dei veri principi del Vangelo. Gesù dice riguardo ai suoi discepoli: "Essi non sono del mondo, siccome io non sono del mondo". E Paolo ci esorta dicendo: "Non vi conformate al presente secolo". (Giov. XVII, 16; Rom. XII, 2). Iddio non approvò giammai che si chiamino quei regni del nome di Cristo. Ingannate dalla Chiesa nominale, quelle nazioni navigano sotto ad una falsa bandiera, pretendendo di essere ciò che non sono. L'unico loro titolo, fatta astrazione della volontà del popolo, consiste nella concessione limitata che Iddio loro diede, come egli lo fece conoscere a Nebucadnesar, — fino a che venga. Colui a cui il governo appartiene. E' una grande ingiuria fatta al vero regno di Cristo, davanti al quale conviene che essi cadano ben presto, come pure al suo "principe di pace" ed ai suoi "principi che governeranno con dirittura" (Esaia XXXII, 1), il pretendere che quei regni imperfetti, colle loro leggi scadenti, e coi loro governatori spesso egoisti e viziosi siano "i regni del nostro Signore e del suo Cristo". |
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I figli di Dio furono distratti dal Celeste Regno promesso. |
Errata
uninone della Chiesa (falsa) Un altro male più grave, risultante da questo errore, è che l'attenzione dei figliuoli di Dio è stata [311] così distolta dal regno promesso; essi sono stati portati ad ammettere, in un modo poco conveniente i regni terrestri e a familiarizzarsi troppo intimamente con essi; essi furono tentati, — ma i loro sforzi furono quasi totalmente infruttuosi, — d'innestare su quei tronchi mondani, selvaggi — le grazie e morali della cristianità, a detrimento del Vangelo concernente il vero Regno e le speranze che vi si concentrano. Quella illusione fa sì che molti sono al presente occupatissimi a voler inscrivere nella costituzione degli Stati Uniti il nome di Dio, affinchè a quel titolo quello stato diventar possa una nazione Cristiana. I "presbiteriani riformati" si negarono durante molti anni a votare o a rivestire una funzione sotto a quel governo, perchè egli non è un regno di Cristo. Essi riconoscono quindi che egli è poco conveniente ad un Cristiano il partecipare ad un governo che sia altro che quello di Dio. Noi pienamente simpatizziamo con quel sentimento, ma non colla conclusione che se il nome di Dio fosse menzionato nella costituzione, il governo verrebbe da ciò trasformato di regno di questo mondo in regno di Cristo, e darebbe ai presbiteriani riformati la libertà di votare e di esercitare funzioni sotto a quel regime. Oh quale pazzia! Quanto è grande l'inganno per cui la "Madre delle meretrici" ha inebbriati gli abitanti della terra (Apoc. XVII, 2) poichè si pretese nel modo stesso che i regni dell'Europa erano passati da Satana a Cristo, e ch'essi erano diventati delle "nazioni cristiane". Confessiamolo, il meglio ed il peggio che dir si possa delle nazioni della terra, si è che esse non sono se non dei "regni di questo mondo", il cui potere concesso da Dio è pressochè spirato, affinchè possano far posto al loro successore predestinato, il Regno del Messia, il quinto impero universale della terra (Dan., II, 44; VII, I8-27): ciò varrebbe molto a stabilire la verità [312] e a dissipare l'errore. Attualmente, però, ciò che il papato introdusse a questo riguardo e che fu sanzionato dai riformatori protestanti, sussiste ancora come diritto incontrastato fra le genti cristiane. E siccome essi dovrebbero sostenere il regno di Cristo, essi si uniscono per costituirsi in campioni dei sedicenti regni cristiani, la cui caduta si approssima ed è per verificarsi; così succede che le loro simpatie sono spesso forzatamente dal lato dell'oppressione, anzicchè dal lato del diritto e della libertà; dal lato dei regni di questo mondo e del principe di questo mondo, anzichè da quello del vero regno di Cristo (Apoc., XVII, 14; XIX, II-19). |
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I Regni di questo secolo non s’identificano con il Cristo. |
Il mondo è bene avviato per irnparare a conoscere che i "regni di questo mondo" sono lungi di essere cristiani e che le loro pretensioni di essere or dinati o assegnati da Cristo sono più che dubbiose. Gli uomini cominciano a fare uso del loro giudizio e della loro facoltà di ragionare relativamente a questa quistione e ad altre consimili; ed essi esprimeranno le loro convinzioni in modo tanta più violento, se vengono a realizzare che frode è stata commessa al loro riguardo in nome del Dio della giustizia e del Principe della pace. E trovasi, infatti, in molti una tendenza a conchiudere che la cristianità è un'impostura bella e buona, senza basi nè fondamenta, e che, confederata coi governi civili essa non si propone altro chè di tenere in freno la libertà delle masse. |
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Oh quanto savi sarebbero gli uomini, se avessero la volontà di comprendere l'opera e il piano di Dio! Allora i regni attuali si distruggerebbero insensibilmente (come la cera), — riforma sopra riforma, e libertà su libertà si terrebbero dietro rapidamente, e la rettitudine e la verità avrebbero il so: pravvento fino a che la giustizia sia stabilita sopra la terra. Ma ciò non faranno essi; lo volessero essi [313] pure che non lo potrebbero ora nelle toro condizioni affralite; e così, spinti dall'egoismo, ognuno lotterà per avere il sopravvento, ed i regni di questo mondo si consumeranno in un tempo di grande distretta qual non fu mai da che esiste nazione. A coloro che proveranno invano di aggrapparsi a una sovranità scomparsa, nell'epoca in cui l'impero sarà rimesso a colui a cui il potere appartiene, il Signore parla e mostra loro che essi si lanciano in un combattimento in cui sono certi di soccombere. Egli dice: |
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Amicatevi coll’ Unigenito figliolo di Die.
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