Studio 12 Spiegazione
Della Carta Rapresentante |
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A -
Il mondo di allora B
- Il Presente Mondo Cattivo C - L’
Epoca Terza |
A guisa di frontispizio a questo volume noi diamo una carta rappresentante il piano di. Dio per la salvezza del mondo. Per mezzo di essa noi abbiamo cercato di aiutare la mente, mediante l'occhio, a comprendere una parte del carattere progressivo del piano di Dio e nello stesso tempo di rendere chiari i passi progressivi che far debbono tutti quelli che vogliono ottenere, il cambiamento completo della natura umana alla natura divina. [253] In primo luogo abbiamo tracciate tre grandi economie (dispensazioni e ordini dei tempi di salvezza) di Dio, A, B, C. La prima, A, comprende lo spazio di tempo che corre dalla creazione al diluvio; la seconda, B, va dal diluvio fino all'aprirsi del regno millennario di Cristo, quando egli verrà per la seconda volta; e la terza, C, durerà dal principio di quel regno fino "nei secoli (o età) avvenire". Ef. I, 10; II, 7). Le Scritture si riferiscono spesso a quelle tre grandi economie divine. A, vien chiamata il "mondo d'allora"; B, vien chiamata dal Signor Gesù "questo mondo", da Paolo il "presente secolo malvagio" e da Pietro "i cieli e la terra del tempo presente". C vien chiamato il "mondo avvenire" — "in cui giustizia abita", in contrasto col presente [253] secolo (mondo) malvagio. Attualmente regna il male, e il giusto deve soffrire, mentre nel mondo avvenire sarà tutto il contrario; regnerà. la giustizia, e gli operai d'iniquità. vi soffriranno e finalmente tutto il male sarà distrutto. |
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“Il mondo di allora“, sommerso dall’ acqua peri’.
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In ognuna di quelle tre grandi economie (epoche o "mondi") il piano di Dio relativamente all'uomo ha un'impronta' separata e distinta; tuttavia egli altro non è in ciascuna che una gran parte del piano unico, il quale, una volta compiuto dimostrerà la sapienza divina, non ostante che le sue parti isolate considerate separatamente non mettano in rilievo tutti i loro profondi significati. Poichè il primo "mondo" (cieli e terra) passò all'epoca del diluvio, ne consegue che fosse un ordine di cose differente del "presente secolo malvagio" di cui Satana è il principe secondo la dichiarazione del nostro Signore; conseguentemente il principe del presente secolo malvagio non fu il principe del mondo che precedette il diluvio, sebbene non vi fosse senza influenza. Molti passi della Scrittura proiettano raggi di luce sui procedimenti di Dio durante quell'economia, e ciò ci fa meglio comprendere il gran piano definitivo di Dio. Risulta da quei passi che il primo "mondo", o l'economia antidiluviana fu sotto la sopraintendenza e l'amministrazione speciale, degli angeli, ai quali fu concesso di adoperarsi secondo il lòro potere alla rigenerazione della razza degenerata e decaduta. Essi senza dubbio erano desiderosi di tentarne la prova, col consenso di Dio, imperocchè l'interesse loro si manifestò coi loro gridi di gioia e di canti di trionfo riguardo alle opere della creazione (Giob. XXXVIII, 7). Gli angeli furono i governatori autorizzati, sebbene infruttuosi, di quell'epoca; ciò non solo è indicato da tutti i rapporti che si riferiscono a quel periodo ma può essere dedotto ancora con ragione dalla dichiarazione dell'apostolo allorchè opponendo la presen [255] te economia a quella del passato e a quella del futuro, egli dice:
No, quel mondo sarà sotto all'intendenza del Signore Gesù e dei suoi coeredi; e perciò l'amministrazione ne sarà molto più giusta non solo di quella del presente "mondo malvagio", ma sarà altresì molto più fruttuosa di quella del primo mondo sotto l'amministrazione degli angeli, di cui lincapacità (Gen., VI, 1-4; Giuda, vers. 6, 7) si manifestò in ciò che l'iniquità dell'uomo crebbe a tal segno che Iddio nella sua ira e giusto sdegno distrusse la razza intiera che viveva allora ad eccezione di otto persone (Gen., VII, 13). |
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Durante il "presente mondo malvagio" fu permesso all'uomo di far la prova di governarsi da sè; ma in ragione della caduta egli passò sotto alla dominazione di Satana "il principe di questo mondo" e lottò invano contro i suoi intrighi e segrete macchinazioni nei suoi sforzi per governarsi da sè durante il lungo periodo che corre dal diluvio al tempo presente. Quel tentativo dell'uomo di governarsi da sè sotto a Satana, finirà nel tempo della più grande distretta che il mondo abbia mai vista o conosciuta. E ciò avrà dimostrata non solo l'impotenza degli angeli per la salvezza della umana razza, ma altresì il magro successo dei proprii sforzi dell'uomo per ottenere condizioni soddisfacenti. |
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D - |
La seconda di quelle tre grandi economie, B, è composta di tre età diverse, di cui ognuna è un passo progressivo, conducente più in su, secondo il piano di Dio.
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E -
L’Eta’
degli Ebrei |
L'età E è la giudaica, o il periodo che seguì la morte di Giacobbe, durante la quale tutta la progenie fu trattata da Dio come suo "popolo", sotto la sua cura speciale. [256] A quel popolo Iddio dimostrò grazie speciali e dichiarò:
Come nazione gl'Israeliti servirono di tipo alla chiesa cristiana, "la nazione santa, il popolo d'acquisto". La promesse che furon loro fatte erano tipiche di "promesse migliori" che son fatte a noi. Il loro viaggio attraverso il deserto, verso la Terra promessa, fu il simbolo del nostro viaggio attraverso il deserto del peccato, verso la Canaan celeste. I loro sacrifizi li giustificavano in modo tipico e non in realtà; "perciocchè egli è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati" (Ebr., X, 4). Ma nell'età evangelica, F, noi abbiamo i sacrifici più eccellenti che fanno la riconciliazione per i peccati di tutto il mondo. Noi abbiamo il "real sacerdozio" composto di tutti coloro che offrono se stessi a Dio in "sacrifizio vivente", santo e gradevole per Cristo Gesù, il quale è il sommo sacerdote che professiamo (Ebr., III, 1). Nell'età evangelica noi troviamo la realtà di ciò che l'età giudaica co'suoi servizi, le sue ordinazioni, simboleggiava o tipificava (Ebr., X, 1). |
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F -
L’
Eta’
dell’
Evangelo |
L'età evangelica, F, è il periodo durante il quale i membri del corpo di Cristo sono chiamati fuori dal mondo, e siccome vengono loro mostrate per la fede e la corona di vita, e le più grandi e le più preziose promesse, essi possono per loro mezzo (per l'obbedienza verso l'appello e le sue esigenze) divenire partecipanti della natura divina (2 Piet., I, 4). E' concesso ancora al male di regnare sul mondo e di governarlo, affinché, al suo contatto, i membri del corpo di Cristo possano essere provati per vedere se essi vogliono rinunciare alla natura umana coi suoi beni ed i suoi privilegi — un sacrificio vivente — col confermarsi all'esempio dato loro da Gesù, morendo, onde poter essere considerati degni di risvegliarsi nella sua somiglianza alla risurrezione (Sal., XVII, 15). [257] |
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G -
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La terza grande economia, C, sarà composta di parecchie età — "le età future". La prima di esse, l'età millenaria, G, è la sola riguardo alla quale abbiamo qualche ragguaglio definitivo. Sono i mille anni durante i quali Cristo regnerà su tutte le famiglie della terra, benedicendole, e adempiendo in tal modo
Durante quell'età il peccato e la morte saranno divelti per sempre
Quello sarà il grandioso periodo di ricostruzione. La chiesa, la sposa, il Corpo di Cristo sarà unita con Lui, come egli lo ha promesso dicendo:
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H -
L’
Eta’
che verrano |
Le "età avvenire", H, che seguono il grande periodo di ricostruzione, saranno delle, età di perfezione, di beatitudine e di prosperità. Le scritture tacciono riguardo a ciò che vi si farà. Basti il sapere fin qui che saranno delle età di gloria e di benedizioni sotto la grazzia divina. |
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Mietitura
dell’
Eta’
Ebrea |
Ognuna di quelle economie ha le sue stagioni distinte per il principio e lo svolgimento dell'opera sua, ed ognuna terminasi con una mietitura che manifesta i suoi frutti. La mietitura alla fine dell'età giudaica fu un periodo di quarant'anni, corrente dal principio del ministerio di Gesù, allorch'Ei fu unto dallo spirito di Dio, (Fatti, X, 37, 38), nell'anno 29, fino alla distruzione di Gerusalemme, nell'anno 70. In, quella mietitura si chiude l'età giudaica e l'età evangelica si apre. Vi fu incontro e sovrapposizione di due età — distendendosi l'una sull'altra — come viene rappresentato nel diagramma. [258] |
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In un certo senso l'età giudaica terminò quando alla fine dei suoi tre anni e mezzo di ministerio Gesù rigettò quella nazione dicendo: "Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta..." (Matt., XXIII, 38). Tuttavia i Giudei ottennero ancora altri tre anni e mezzo di favore in ciò che l'evangelo fu limitato ancora sì a lungo ad essi soltanto, e ciò conformemente alla dichiarazione del profeta (Dan. IX, 24-27) circa le settanta settimane (d'anni) di grazia verso di essi, in mezzo all'ultima delle quali il Cristo sarebbe reciso (morrebbe), ma "non per se stesso". "Cristo morì (non per se stesso, ma) per i nostri peccati", il che cagionò la cessazione del sacrifizio e dell'offerta nel mezzo della settimana, tre anni e mezzo prima dello spirare delle settanta settimane convenzionali di favore giudaico. Va da sè che allorquando il vero sacrificio fu compiuto, il sacrificio tipico non aveva più la sua ragion di essere e non poteva più a lungo essere riconosciuto da Geova. |
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L’Evangelo portato ai Gentili |
In un senso più largo l'età dei giudei si chiude dunque colla fine della settantesima settimana, o dei tre anni e mezzo dopo la crocifissione, — epoca in cui l'Evangelo fu altresì predicato ai Gentili, cominciando da Cornelio (Fatti, X, 45). A quel punto la loro età si chiude per quanto riguarda i favori di Dio verso di essi e del loro riconoscimento come chiesa giudaica; la loro esistenza nazionale terminò più tardi, nel tempo della grande distretta che seguì. E' in quel periodo della mietitu ra giudaica che si trova il principio dell'età del Vangelo. Lo scopo di quell'età fu la convocazione, lo svolgimento e la prova del "Cristo di Dio" — capo e corpo. E' la dispensazione o l'economia dello spirito. Convien dire adunque che l'età evangelica cominciò coll'unzione di Gesù. "di spirito santo e di potenza" (Fatti, X, 38; Luc., III, 22; IV, 1-18) all'epoca del suo battesimo. Ma per ciò che concerne [259] la Chiesa, il suo corpo, essa non ebbe principio se non tre anni, più tardi. |
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Mietitura
durante l’
Eta’
dell’
Evangelo „la mietitura è la fine del mondo.“ (Eta’). Matteo |
Un'epoca di mietitura è altresì il periodo della fine dell'età del Vangelo, periodo in cui vi ha nuovamente incontro e sovrapposizione di due età — l'età del Vangelo che trapassa e l'età futura del millennio che si apre. — I due periodi invece di succedersi camminano parallelamente per un pò di tempo. L'età del Vangelo si chiude per epoche, a somiglianza del suo modello e "l'ombra sua" — l'età giudaica. Nel modo stesso che in quell'epoca 'i primi sette anni furono consacrati in un senso speciale per Israele, così ancora qui noi troviamo la menzione di sette anni, avendo il medesimo significato e la medesima importanza per la chiesa del Vangelo che cioè deve seguire un periodo di afflizione ("di fuoco") sule mondo, come punizione dell'iniquità e come preparazione del regno di giustizia: — Ne discorreremo più a lungo in seguito. |
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N -
Grado di Perfezione Umana
-- Reale o Calcolato P - Grado
di Perfezione a tipo R - Il
grado del Peccato e della depravazione. |
IL SENTIERO CHE K, L, M, N , P, R, rappresentano ognuna delle gradazioni diverse. N è il grado o la posizione della natura umana perfetta. Adamo trovavisi a quel punto prima del peccato, ma dall'atto della sua disubbidienza egli cadde al grado della depravazione e del peccato, R, nel quale nacquero tutti i suoi. discendenti. Quel grado corrisponde alla "via larga della perdizione" o distruzione. P rappresenta il grado di giustificazione tipica considerata come essendo stata raggiunta mediante i sacrifizi della legge. Non era una perfezione reale, "perciocchè la legge non ha compiuto nulla" (Ebr., VII, 19). N rappresenta non solo il grado di perfezione umana che occupava già l'uomo perfetto, Adamo, ma altresì la posizione di ogni persona giustificata. "Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture", ed in conseguenza tutti i credenti in Cristo, [260] tutti coloro che l'accettano come colui che li giustifica e che si appropriano per fede l'opera sua compiuta e perfetta, sono riguardati da Dio come giustificati, come se fossero uomini perfetti, come se non fossero stati mai peccatori: agli occhi di Dio tutti coloro che accettano Cristo come il loro Redentore sono considerati come essendo al grado di perfezione umana, N. — E' l'unica posizione per la quale l'uomo possa avvicinarsi a Dio, o per la quale egli possa aver comunicazione alcuna con Dio. Dio chiama figliuoli (figliuoli umani) tutti coloro che sono a questo grado. E' in questo senso che Adamo fu un figliuolo (Luca, III, 38) ed ebbe comunione con Dio prima d'aver peccato. Tutti coloro che accettano l'opera compiuta del riscatto di Cristo, nostro Redentore, sono considerati come ristabiliti alla primitiva purezza e sono in comunione con Dio. |
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„Presentati
i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio
vivente.“ |
Durante l'età del Vangelo Iddio fece un'offerta speciale agli esseri umani giustificati, dicendo loro che mediante certe condizioni essi possono cambiare di natura; che essi possono cessare di essere umani e terrestri e diventare degli esseri spirituali e celesti, come Cristo il loro Redentore. Molti credenti (persone giustificate) si contentano della gioia e della pace che posseggono per la fede nella remissione dei peccati; essi non badano alla voce che li invita a salire più in su. Altri, posseduti dall'amore di cui Iddio ha dato prova col loro riscatto dal peccato e sentendo di non appartenere più a sè stessi, ma a colui che li ha riscattati a gran prezzo, dicono: Signore, che vuoi tu che io faccia? — A costoro risponde il Signore per bocca di Paolo:
Che cosa intende l'apostolo coll'esortarci ad offrire [261] noi stessi in sacrifizio vivente? Egli intende dire che dobbiamo consacrare ogni facoltà e talento che possediamo al servizio di Dio; che ormai non viviam più per noi stessi, nè per i nostri amici, nè per la nostra famiglia, nè per il mondo, nè per altra casa alcuna, ma per colui che ci ha riscattati col suo sangue prezioso. |
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Tuttavia, siccome Iddio non accetta sacrifizi imperfetti e difettosi, e siccome per Adamo tutti siamo diventati peccatori, come possiamo noi essere ostie accettevoli? Non siamo santi come Gesù, che non conobbe peccato, poichè siamo la razza condannata; nè manco perchè siamo riusciti a raggiungre una perfezione di condotta, poiché non pretendiamo aver toccata la perfezione alla quale siamo chiamati; anzi
Ma la nostra santità e la nostra ammissibilità, come sacrifizi, vengono da ciò che Iddio ci ha giustificati gratuitamente di tutti i nostri peccati per la fede in Cristo Gesù. |
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K - Il
grado di Gloria L
- Il grado di perfezione di
un essere spirituale M -
Il grado della procreazione |
Tutti coloro che comprendono questa chiamata e la seguono si rallegrano 'di essere trovati degni di soffrire l'obbrobrio per il nome di Cristo, e non guardano alle cose visibili, ma alle invisibili "alla corona di vita", — il "prezzo della chiamata (o dell'altissima vocazione) di Dio in Cristo Gesù" (Filipp. III, 14) — e "alla gloria futura che deve essere in noi rivelata". Tutti costoro non son 'con sidera.ti più oltre come uomini a partire dall'istante della loro consacrazione a Dio, bensì come essendo generati da Dio per la parola della verità, essi non sono più umani ormai, ma figliuoli spirituali. Essi sono ora d'un grado più vicini alla sal. vezza, al premio, che nol fossero allorchè ebbero [262] creduto. (Rom. XIII, ll). Ma il loro essere spirituale è ancora imperfetto; essi non sono ancora che generati dallo spirito e non ancora nati. Essi sono dei figliuoli spirituali allo stato embrionale sul grado M, il grado di procreazione, spirituale. Generati com'essi sono dallo spirito non sono considerati più come umani, ma come spirituali; conciossiachè la natura umana, già la loro, essendo essa stata giustificata, è ora abbandonata, e considerata come morta, e accettata da Dio, — quel sacrificio gli è vivente, santo e gradevole. Essi sono ora creature nuove in Cristo: "Le cose vecchie (speranze, volontà e ambizioni umane) son passate; ecco, ogni cosa è fatta nuova". "Or voi non siete nella carne, ma nello spirito, se pure lo spirito di Dio abita in voi" (2 Cor. V, 17; Rom. VIII, 9). Se siete stati generati dallo spirito, "siete (come esseri umani) morti, e la vita vostra è nascosta con Cristo in Dio". (Col. III, 3). Il grado L rappresenta la condizione degli esseri spirituali perfetti; ma prima che il grado L possa essere raggiunto, le condizioni del nostro patto debbono essere effettuate. Fare il patto con Dio, volere essere morto ad ogni cosa terrena, sta bene ma altra cosa è l'osservare quei patto durante tutta la nostra carriera terrestre. — il "trattare duramente il proprio corpo" (mortificarlo), il perdere di vista la volontà propria e compiere unicamente quella del Signore. L'ingresso al grado (o sullo scalino) L vien chiamato nascita, o pieno ingresso nella vita come essere spirituale. L'intiera Chiesa perverrà a quel grado appena essa sarà raccolta o scelta dal mondo nella "mietitura" o nella fine dell'età del Vangelo. "Quelli che son morti in Cristo risusciteranno primieramente, poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo trasformati in un baleno in esser spirituali, perfetti con dei corpi simili al "corpo glorioso" di Cristo, (Filipp. 21); "perciocchè [263] convenga che questo mortale rivesta immortalità". Allora, quando ciò che è perfetto sarà venuto, ciò che è parziale (la condizione di procreazione coi diversi impedimenti ai quali siamo ora, sottoposti) sparirà". Resta tuttavia un passo da fare, al di là della perfezione di esseri spirituali, cioè la "gloria che seguirà", — al grado K. Non ci riferiamo qui ad una gloria della persona ma ad una gloria della potenza e della posizione. Raggiungendo il grado L, siamo condotti alla pienezza della gloria personale, alla trasformazione in esseri gloriosi pari a Cristo. Ma dopo essere così perfezionati e resi simili al nostro Signore e Capo, noi saremo altresì associati con lui alla "gloria" di potenza e di posizione, ci sarà dato di sederci sul suo trono, siccome lui, che dopo essere stato reso perfetto alla sua risurrezione, s'è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. In tal modo nei entreremo nella gloria eterna, grado K. |
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a - Adamo b - Il
colpevole Adamo e la sua posterita’
prima del Diluvio c - Gli
Antichi Dignitari d -
L’
umanita’
dal Diluvio all’Eta’
Messianica e -
Israele carnale
giustificato a tipo come Nazione f -
Tempo d’angosci
per i Giudei g -
Gesu’
all’Eta
di 30 anno era un uomo perfetto. |
Studiamo ora accuratamente la carta, e notiamo i suoi schiarimenti sulle varie parti del piano di Dio. In quegli schiarimenti adoperiamo la figura d'una piramide per rappresentare la perfezione, visto ch'essa benissimo vi si presta e che le Scritture vi, ricorrono spésso. Adamo era un essere perfetto, vedete piramide a; osservate la sua posizione al grado N, che rappresenta la perfezione umana. Sul grado R, grado del peccato e dell'imperfezione o della corruzione, la piramide mozzata ovvero la figura imperfetta, b, rappresenta Adamo ed i suoi discendenti, — degradati, corrotti e condannati. Abrahamo ed altri ancora di quei tempi, giustificati in considerazione della fede (cioè considerati come perfetti) sono rappresentati con una piramide (c) sul grado N. Abrahamo era un membro della famiglia umana depravata e, per natura egli apparteneva [264] al grado R col rimanente dell'umanità; ma Paolo ci dice che Abrahamo fu giustificato mediante la fede, cioè che a cagione della sua fede Iddio stimò ch'egli fosse senza peccato, perfetto. L'èstimazione di Dio lo innalzò al dissopra del mondo d'uomini corrotti e peccatori al grado N, e quantunque, in realtà imperfetto ancora, egli fu trapiantato nella grazia e nel favore di Dio che Adamo aveva perduto, cioè alla comunione con Dio come un "Amico" (Giac. II, 23). Tutti coloro che sono nel grado di perfezione (senza peccato) N, sono a mici di Dio, e Dio è il loro amico; ma i peccatori (sul grado R) sono nell'inimicizia contro a Dio, — "nemici per le loro opere malvagie". Il mondo dopo il diluvio, rappresentato dalla fi gura d, rimase sul grado R, in inimicizia, ove egli rimane finchè la Chiesa del Vangelo sia eletta, e che cominci l'età millenaria. Durante l'età giudaica in cui i sacrifici tipici, di tori e di becchi lo purificavano (non in realtà ma in modo tipico), "perché la legge non ha portato nulla a compimento" (Ebr. VII, 19). "L'Israele secondo la carne" era giustifi cato in modo tipico, noi poniamo adunque quel popolo (e) sul grado P, la posizione della giustifica zione tipica che corre dall'inaugurazione della legge sul Sinai fino alla sua abolizione per Cristo Gesù che l'inchiodò alla croce. Ouivi la giustificazione tipica cessa per l'istituzione dei "sacrifici più eccellenti" che i tipi giudaici, di quelli che in realtà tolgono i peccati del mondo, e che realmente conducono gli astanti (coloro che vi si accositano) alla perfezione (Ebr. X, 1). Il fuoco della prova e dell'afflizione per cui passò l'Israele carnale quando Gesù fu presente e che egli lo vagliò personalmente raccogliendo il frumento (il grano), i "veri Israeliti" della sua Cheisa sa nominale, — e specialmente allorchè dopo a separazione del grano egli arse intieramente" la pu [265] la (paglia, parte inutile di quel sistema) al fuoco inestinguibile (finchè tutto sia intierarnente consumato), ci è illustrato dalla figura f. Era un tempo d'affizione a cui quei popolo fu nell'impossibilità di sfuggire. (Ved. Luc. III, 17, 21, 22; I Tess. II, 16). All'età di trent'anni, l'età virile dell'uomo fatto, Gesù fu uomo perfetto (g). 'Avendo lasciata la gloria dell'esistenza spirituale egli divenne uomo, affinché per la grazia di Dio egli potesse gustare la morte per tutti. La giustizia della legge di Dio è assoluta, occhio per occhio, dente per dente, vita per vita. Era indispensabile quindi che un uomo perfetto morisse per l'umanità, perchè in verun altro modo potevano essere soddisfatte le esigenze della giustizia divina. La morte di un angelo non poteva maggiormente pagare il castigo e liberar l'uomo di quel che lo potessero i sacrifizi di "tori e di becchi" che non poterono mai togliere il peccato. Ond'è che, colui che fu chiamato "il principio della creazione divina" divenne uomo, "fu fatto carne" affin di poter dare quel. riscatto (prezzo corrispondente) che riscatterebbe l'umanità. Conveniva che fosse uomo perfetto, senza di che non avrebbe potuto maggiormente di un membro qualunque della razza umana pagare il prezzo. Egli era "santo, innocente, senza lordura, e separato dai peccatori". Egli, rivestì la stessa forma o sembianza che hanno i peccatori — "la forma della carne del peccato", — la somiglianza umana. Ma si rivestì di quella sembianza nella sua perfezione: egli non partecipò al peccato, nè alle sue attrattive ed eccitazioni che abitano nella carne degli uomini peccatori, nè alle loro imperfezioni, salvo che, durante il suo ministerio, egli condivise volontariamente le pene e le debolezze di alcuni, caricandosi dei loro dolori e delle loro infermità e comunicando loro la sua vitalità, la sua salute, le sue forze, secondo [266] ch'egli è scritto: |
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"Veramente egli ha portati i nostri languori, e si è caricato delle nostre doglie". (Es. LIII, 4), "ed usciva da lui una virtù (forza, vigore) che li sanava tutti" (Matt. VIII, 16, 17; Marc. V, 30; Luca. VI, 19). "Essendo apparso come uomo (perfetto), abbassò sè stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce". Egli presentò sè stesso a Dio dicendo: "(Nel rotolo del libro è scritto di me). Io vengo o Dio, per fare la tua volontà." — e simboleggiò quella consacrazione con un battesimo di acqua. E presentandosi così, consacrando l'esser suo, il suo sacrificio fu santo (puro) e accettevole a Dio, il quale provò il suo gradimento col colmarlo di spirito e dì potenza, — allorché lo Spirito Santo scese su di luì e in tal modo fu unto. |
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h -
Gesu’
procreato al flume Giordano. i - Gesu’
fu’
risucitato come un essere Divino. |
Quell'atto di essere ripieno dello Spirito Santo fu la sua procreazione ad una nuova natura, la natura divina che doveva svilupparsi e nascere pienamente allorquando egli avrebbe compiuto il suo sacrifizio — il sacrifizio della natura umana. Quello procreazione fu un passo che lo innalzò dalla natura umana, e vien dimostrata dalla piramide h, al grado M, la posizione di coloro che sono generati spiritualmente. Gesù passa tre anni e mezzo della sua vita su quel gradino, — fin che la sua esistenza si termina alla croce, dopo essere stato morto tre giorni, egli fu risvegliato alla vita, alla perfezione di un essere spirituale (il grado L) — nato dallo spirito — "il primo nato tra i morti". "Ciò che è nato dallo Spirito è spirito". Quindi Gesù fu uno spirito (un essere spirituale) alla sua risurrezione e lo è per sempre; egli non è più ormai, in nessun senso, un essere umano. Vero è che dopo la sua risurrezione Gesù aveva il potere di apparire sotto la forma umana, e ch'egli apparve così onde potere istruire i suoi discepoli e provar loro ch'egli non era più morto; ma [267] egli non era più un uomo, e non più inceppato dal legami della natura umana; egli poteva andare e venire come gli garbava (anche quando le porte erano "serrate od abbarrate") e nessuno poteva dire nè onde andasse nè d'onde venisse.
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k -
Gesu’
40 giorni dopo la risurrezione rivestito di gloria Divina. l
- Gesu’,
durante l’
eta’
dell’
Evangelo ... sedendosi col Padre nel Suo trono. |
Dal momento in cui si offerse in sacrifizio, all'epoca del suo battesimo, l'umano fu considerato come morto ed è in quel periodo che la nuova natura fu considerata come avendo avuto principio; essa si completò alla risurrezione, quando egli raggiunse il grado spirituale perfetto, L, — e risuscitò corpo spirituale. Quaranta giorni dopo la sua risurrezione, Gesù sedette alla destra della Maestà nei luoghi altissimi, — sul grado della gloria divina, K (piramide k). Durante l'età del Vangelo egli è stato nella gloria (l) sedendosi col padre sul suo trono", e fu durante tutto quel tempo il capo della chiesa sulla terra, — guidandola e dirigendola. Durante l'età evangelica tutta intiera la chiesa fu in progresso, sia nello sviluppo della disciplina, come della prova, affinchè nella chiusura o mietitura dell'età essa divenga la sposa e la coerede di Cristo. E' perciò chessa partecipa alle sue sofferenze onde potere altresì essere glorificata con lui (grado K) quando il tempo sarà giunto. I gradi che la Chiesa deve percorrere fino alla sua glorificazione sono i medesimi che furono percorsi dal suo Signore e conduttore che ci
eccezione fatta che la Chiesa esce da una posizione inferiore. Come abbiam veduto, il nostro. Signore venne al mondo al grado di perfezione umana, N, mentre che tutti noi della razza adamica, siamo a un grado inferiore, R, — il grado del peccato, dell'imperfezioe [268] dell'inimicizia contro a Dio. La prima cosa adunque che deve avvenire in noi è quella di, essere giustificati e di pervenire così al grado N. Come può avvenire ciò? Per le buone opere? No! Dei peccàtori non possono compiere delle buone opere. |
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Non potremmo raccomandarci a Dio, e perciò Iddio commenda l'amor suo verso di noi in ciò che, quando ancora eravamo peccatori, Cristo è morto per noi". (Rom. V, 8). Così la condizione mercè la quale arriviamo alla giustificazione o all'umanità perfetta è che Cristo morì per i nostri peccati, ch'egli ci riscattò e che ''per la fede nel sangue d'esso" ci ha reinstallati sul grado della perfezione dal quale rademmo in Adamo. "Noi siamo giustificati (innalzati al grado N) per la fede". Ed essendo giustificati per fede noi abbiamo pace appo Dio" (Rom. V, I) e non siamo più da Dio considerati come nemici, bensì come figliuoli umani, giustificati al medesimo grado a cui lo furono Adamo e Gesù, salvo che dessi furono perfetti realmente mentre che noi non siamo che considerati tali da Dio. Noi ci appropriamo quella giustificazione, considerata come tale per la fede nella parola di Dio, la quale: dice "Voi siete stati riscattati", "liberati", "giustificati" da ogni cosa (Fatti, XIII, 39), "giustificati gratuitamente" (Rom. III, 24). Agli occhi di Dio noi siamo irreprensibili, senza macchia e santi nella veste dí giustizia di Cristo imputataci per la fede. Egli lasciossi imputare i nostri peccati affin di portare per noi il nostro castigo; egli mori per noi, come se fosrz e stato peccatore. Conseguentemente la sua giustizia e imputata (Rom. IV, 6) a tutti coloro che accettano la sua redenzione, e con essa tutti i diritti e tutti i beni posseduti prima dell'avvento del pecvato. |
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Essa ci restituisce alla vita e ci mette in rapporto con Dio. Noi possiamo godere sull'istante di quella comunione per la fede, — e sappiamo che una comunione piu perfetta ancora, in un colla vita [269] e la gioia, ci sono assicurate al' "proprio tempo di Dio". Non dimentichiamo però che la giustificazione, per quanto preziosa essa sia, non opera cambiamento veruno della natura (1): noi resteremo degli esseri umani. Noi siamo sàlvati dallo stato miserando del peccato e dall'allontanamento da Dio, e invece di peccatori umani siamo dei figliuoli umani; ed ora perchè siamo dei figliuoli, Iddio ci parla come a figliuoli. Durante l'età del Vangelo egli chiamò la "piccola greggia" di "coeredi" dicendo: "figliuol mio dammi il tuo cuore" cioè date voi stessi, le vostre forze, la vostra volontà, i vostri talenti e tutto il vostro essere a me, come Cristo vi ha dato un modello; ed io vi farò figliuoli in grado più elevato che quello dell'umanità. Io vi muterò in figliuoli spirituali con dei corpi spirituali, simili a quello di Cristo risuscitato — il quale è "il carattere della sussistenza" del Padre. Se voi rinunziate ad ogni speranza terrena, alle ambizioni, agli onori, ecc., se vi consacrate intierarnente, usando la vostra natura umana al mio servizio, vi darò una natura più elevata di quella della vostra razza; vi farò partecipanti della natura divina", — eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffrite con Lui affinchè con lui altresì siate glorificati. |
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Chiunque apprezza al suo giusto valore ciò che ci vien presentato nel Vangelo, respinge con piacere "ogni carico", e corre con pazienza e prosegue con perseveranza il "corso propostogli" affin di ottenerre il premio. Le nostre opere non furono destinate a giustificarci. Il nostro Signore ha tutto compiuto, e se accettiamo per la fede l'opera sua compiuta siamo giustificati, elevati al grado N. Ma se noi andiamo più oltre dichiariamo che quell'innalzamento non andrà senza le opere. Evidentemente non dobbiamo perdere la fede, altrimenti perderemmo la nostra giustificazione, ma se, una volta giustificati, noi restiamo nella fede, siamo resi capaci (mediante la grazia di cui siamo stati dotati colla nostra procreazione per lo spirito) di fare delle opere, e di portare dei frutti grati a Dio. E Iddio aspetta ciò da noi perciocchè è il sacrifizio che abbiamo convenuto di compiere. Iddio aspetta che noi proviamo di sapere apprezzare il gran prezzo offrendo tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo ; non all'uomo, ma a Dio, — un sacrificio santo e accettevole per Cristo — nostro servizio — razionale. |
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L’offerta della vedova (due spiccioli) cio’, indicando che il Cristiano offersi tutto cio’ che possiede.
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Se gli rimettiamo tutto ciò, noi, diciamo : Signore, in qual modo vuoi tu che io ti rimetta questo, cioè il mio tempo, la vita mia, i miei talenti, la mia influenza, ecc.? Poi se noi cerchiamo nella sua parola la risposta, noi udiamo la sua voce che ci insegna a dare tutto ciò che abbiamo, come Gesù stesso lo fece, facendo del bene a chiunque secondo che se ne offre l'occasione, principalmente ai domestici della fede, — somministrando loro il cibo spirituale o corporale, rivestendoli della giustizia di Cristo o di vestimenti terreni, secondo la nostra capacità e secondo i loro bisogni Avendo tutto consacrato, noi siamo generati dallo spirito, abbiamo raggiunto il grado M, ed ora, se facciamo uso della forza che ci è stata data, noi possiamo consumare il nostro patto ed uscire vittoriosi, sì e più ancora, per [271] virtù di colui che ci ha amati e ci ha riscattati col suo prezioso sangue. Ma, nel seguire così le traccie di Gesù, Nel riposo non cullarti, Non stimarti vincitor, Non sei certo della corona
La corona sarà riportata allorchè come il fedele nostro fratello Paolo, noi avremo combattuto il buon combattimento e finito il corso, non prima. Fino a quel punto la fiamma e l'incenso del nostro sacrifizio, che è l'opera nostra e il nostro servizio, debbono salire quotidiana- mente come un sacrifizio di odor soave al cospetto di Dio, grati per Cristo Gesù nostro Signore. |
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I membri di quella classe di vincitori che "dormono" risusciteranno come esseri spirituali al grado L e quelli della stessa classe che vivranno e resteranno fino alla venuta (greco, Parousia presenza) del Signore saranno "mutati" o trasformati al medesimo grado di esseri spirituali e non "dormiranno" neppure un istante (del sonno della morte), sebbene quel mutamento necessiti la dissoluzione del corpo terrestre. Essi non resteranno più a lungo degli esseri deboli, mortali e corruttibili, ma saranno allora pienamente nati di spirito, — esseri celesti, spirituali, incorruttibili e immortali (I Cor., XV, 44, 52). |
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Non sappiamo quanto tempo dopo il loro "mutamento" o perfezionamento, in essere spirituali (grado L), costoro, come una schiera piena e completa, saranno glorificati (al grado K) col Signore (come chiesa trionfante), e uniti con lui in potenza e gloria grande. Tale unione e piena glorificazione dell'intiero corpo di Cristo col capo sono, secondo la nostra comprensione, le "nozze dell'Agnello" colla sua sposa allorch'essa entrerà nella [272] gioia del suo Signore. |
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m -
Una classe generati, i
quali apparteneranno alla grande folla.
n - La
Classe generata sara' la sposa di Cristo. |
Volgiamo nuovamente l'occhio alla carta, — n, m, p, q, sono quattro classi distinte che rappresentano assieme la Chiesa evangelica nominale, e pretendono essere, nel loro insieme, il corpo di Cristo. Le due classi m ed n sono sul grado M, grado di coloro che sono generati spiritualmente. Quelle due classi esistettero durante tutta l'età del Vangelo; amendue conclusero un patto, secondo il quale diverrebbero dei "sacrifizi viventi"; l'una e l'altra furon "grate nel suo Diletto" e generate dallo spirito come "nuove creature". La differenza fra di esse consiste in ciò che n rappresenta coloro che sono fedeli a quel patto e che sono morti con Cristo alla volontà terrena, alle ambizioni e alle passioni umane, mentre che m rappresenta la più gran folla di credenti generati dallo Spirito, i quali, ahimè! indietreggiano tremanti davanti alla piena esecuzione del loro trattato. La classe n è quella dei vincitori, la sposa di Cristo, che sederà col Signore sul suo trono in grande gloria (grado K). E' la "piccola greggia" alla quale è piaciuto al padre di dare il regno (Luca, XII, 32). I membri della classe m tremano all'idea della morte della volontà umana, ma Iddio continua ad amarli ancora, e li ricondurrà per la via della distretta e dell'afflizione al grado L, quello della perfezione spirituale. Essi avranno perduto il grado K, perchè non sono dei vincitori. Se noi apprezziamo l'amore del nostro padre, se teniamo all'approvazione del nostro Signore, se desideriamo diventare membri del suo corpo, la sua sposa, e sederci con lui nel suo trono, conviene che adempiamo fedelmente e volontariamente il nostro patto di sacrifizio. |
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p -
Credenti ma non
consecrati a pieno.
q - Si
presentano in Chiesa ma non credono -- Sono Ipocriti. „Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo
della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e
legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio
granaio.“
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La grande maggioranza della chiesa nominale è rappresentata dalla sezione p. Osservate che non sono sul grado M, ma bensì sul grado N: essi sono giustificati, ma non santificati. Essi non sono intieramente [273] consacrati a Dio, e non sono perciò generati come, esseri spirituali. Sono tuttavia più elevati del mondo perchè accettano. Gesù come loro Redentore dal peccato; ma essi non hanno accettata la chiamata celeste di questa età che li invitava a diventare membri della famiglia spirituale di Dio. Se essi continuano nella fede e si sottomettono completamente alle giuste leggi del regno di Cristo, essi perverranno finalmente, nella restituzione, alla somiglianza dell'uomo perfetto, terreno — Adamo. Essi ricupereranno completamente tutto ciò che fu perduto da quest'ultimo. Essi raggiungeranno la stessa perfezione umana, mentale, morale e fisica, e saranno di nuovo all'immagine di Dio come Io fu Adamo, poiché essi sono stati riscattati. E la loro posizione di giustificazione, grado N, come di quelli che udirono parlare della salvazione per Cristo e che vi credettero, è una benedizione speciale di cui essi godono per la fede alquanto prima del mondo in generale — poiché nel Millennio tutti perverranno a una accurata conoscenza della verità. Essi avranno avuto almeno il vantaggio di aver fatto più presto alcuni passi e progressi nella buona direzione. Ma la classe p non trae profitto dell'utilità reale della giustificazione nel tempo presente, che è concessa collo scopo speciale di mettere alcuni nel caso di fare il sacrifizio grato e di divenire così la classe n come membri "del corpo di Cristo". Quelli della classe p ricevono la "grazia (giustificazione) di Dio invano" (2 Cor., VI, 1): essi mancano di utilizzarla per progredire nella santificazione e presentare se stessi in ostie grate, durante questo tempo in cui Iddio accetta i sacrifizi. Sebbene non siano "santi" né membri del "corpo" consacrato, l'apostolo li chiama "fratelli" (Rom. XII, 1). Ed è in quel medesimo senso che l'intiera razza una volta ristorata, sarà composta per sempre di fratelli del [274] Cristo e figliuoli di Dio sebbene d'una natura diversa. Iddio è il Padre di tutti coloro che sono in armonia con lui, poco importa la loro natura ed il grado che essi occupano. La sezione q al disotto del grado N rappresenta un'altra classe unita alla Chiesa nominale, i cuì membri non credettero mai in Gesù come nel sacrifizio pei loro peccati, e perciò non sono giustificati, non sono sul grado N. Essi sono "lupi in manto di pecora"; si chiamano però cristiani e son considerati come membri della chiesa professante. Essi non sono veri credenti in Cristo come loro Redentore; essi appartengono al grado R; essi partecipano dél mondo, e non sono al loro vero posto nella Chiesa, anzi le fanno torto e la disonorano. Si è adunque in quella condizione indecisa, con tutte quelle diverse classi frammiste, n, m, p, e q, chiamantesi tutte cristiane, che esistette la Chiesa attraverso l'età del Vangelo. Così fu, come il nostro Signore lo aveva predetto. Il regno (nominale) dei cieli (la chiesa nominale) fu simile a un campo frammisto di frumento e di zizzania: Lasciate crescere l'uno e l'altro insieme fino alla mietitura, dice egli, e all'epoca della mietitura dirò ai mietitori ("agli angeli", ai messaggeri): cogliete prima le zizzanie e legatele in fasci, per bruciarle; ma accogliete il grano nel mio granaio (Matt. XIII, 24-42). |
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Quelle parole del nostro Signore ci insegnano che s'egli ha voluto che le due classi crescessero insieme durante l'età del Vangelo, e fossero considerate come membri della Chiesa praticante, egli ha risoluto altresì che unepoca di separazione verrà tra quei diversi elementi, epoca in cui coloro che formano veramente la Chiesa, i santi (n) approvati da Dio ed appartenenti a lui, saranno manifestati. |
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Durante l'età del Vangelo la buona semenza cresce in un colla zizzania, o la falsificazione. "La buona semenza sono i figli del regno", i figliuoli spirituali, [275] classe n e m, ma la zizzania, "sono i figliuoli del maligno". Tutta la classe q e molti della classe p sono adunque della zizzania; perciocchè "niuno può servire a due padroni", e "voi siete schiavi di colui a cui obbedite". Non solo quelli della classe p non consacrano i loro servizi e i loro talenti al loro Signore che li riscattò — un servizio razionale — ma essi impiegano senza dubbio una gran parte del loro tempo e dei loro talenti in opposizione a Dio e quindi al servizio dell'avversario. |
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La Mietitura e’ tempo di separazione....il grano dalle zizzanie. |
Osservate ora sulla carta "l'epoca della mietitura" o la fine dell'età del Vangalo : notate le due parti in cui essa è divisa. — 7 anni e 33 anni, il simbolo o l'epoca parallela esatta della mietitura dell'età giudaica. Quella mietitura, come quella dell'età giudaica, è anzitutto un tempo di prova e d'ispezicne o di stacciamento per la Chiesa, in seguito un tempo di ira e d'effusione delle "sette ultime piaghe" sul mondo, compresavi la Chiesa nominale. La Chiesa giudaica era "l'ombra" o il modello al punto di vista carnale di tutto ciò di cui gode la Chiesa evangelica al punto di vista spirituale. Ciò che vagliò l'Israele secondo la carne nella mietitura della sua età fu la verità che gli fu presentata all'epoca della sua visitazione. La verità giunta allora a maturità fu la falce che separò i "veri Israeliti" dalla chiesa nominale israelita; e il vero frumento non era se non un piccolo frammento in confronto di quelli che facevano professione di appartenervi. Così è pure della mietitura di questa età. La mietitura dell'età evangelica, come quella dell'età giudaica, è sotto la sorveglianza del mietitore capo Gesù Signor nostro, il quale allora sarà presente (Apoc. XIV, 14). Il primo compito del nostro Signore nel mietitura di questa età sarà quello di separare il vero dal falso. Il Signore chiama la Chiesa nominale [276] "Babilonia" (confusione) a cagione della sua condizione mista; e la mietitura è l'epoca della separazione delle diverse classi nella Chiesa nominale e della maturazione e perfezionamento della classe n. Il grano sarà separato dalla zizzania, e il grano maturo da quello che non lo sarà, ecc. Quelli della classe n sono delle primizie del grano e dopo essere stati separati essi saranno al proprio tempo la sposa di Cristo e saranno simili a lui in eterno. |
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r -
Gesu’,
ala sua venuta seconda s - La
piccola Gregge separata dalla Chiesa falsa.
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La separazione di quella piccola greggia da Babilonia è indicata dalla figura s. La Chiesa è sul punto di divenire una col Signore, di portare il suo nome e di partecipare alla, sua gloria. Il Cristo (capo e corpo) glorificato è dimostrato dalla figura w. Le figure t, u e v rappresentano Babilonia (la chiesa nominale), che cade e se ne va in frantumi durante il "tempo di torbidi", nel "giorno del Signore". Quantunque ciò possa sembrare spaventevole, si può nulladimeno dire che è, in, realtà, un gran bene per tutto il vero frumento. Babilonia crolla perchè essa non è ciò che fingeva di essere. La chiesa nominale novera numerosi ipocriti che si sono aggiunti ad essa a cagione della sua posizione onorevole agli occhi del mondo. Il Signore fu in ogni tempo conscio del suo vero carattere, ma conformemente alla sua risoluzione, la lasciò così fino alla mietitutura, in cui egli raccoglierà fuori dal suo regno (vera Chiesa, e legherà in fasci) tutte le cose che offendono, e quelli che commettono iniquità; e li getterà nella fornace ardente (di afflizione, per la distruzione del loro sistema nominale e della loro falsa professione):
La distretta che sta per colpire la chiesa proverrà in una larga misura dall'accrescimento dell'incredulità e dalle diverse specie di spiritismi (credenze alle manifestazioni dei morti), che saranno prove severissime per Babilonia [277] perchè quest'ultima pratica tante dottrine contrarie alla parola di Dio. E siccome nella mietitura dell'età Giudaica, la croce di Cristo fu una pietra d'intoppo per il Giudeo, avido di gloria e di potenza, e, pazzia pel Greco savio secondo il mondo, così sarà nella mietitura dell'età del Vangelo; la croce sarà nuovamente la pietra d'intoppo e la roccia di scandalo. Colui che ha edificata la sua fede sopra Cristo, appassionandosi sopra altra cosa che sull'oro, l'argento e le pietre preziose delle verità divine, si troverà dolorosamente provato durante il tempo della collera e del furore.; perciocchè tutto il legno, il fieno e la stoppia delle tradizioni umane sarà consumato. Coloro che hanno edificato coll'oro, e che, in conseguenza furono separati da Babilonia, sono rappresentati dalla figura s mentre che t rappresenta la "grande moltitudine" generata dallo spirito, ma che ha edificato con legna, fieno e stoppia, — del grano che al tempo della raccolta delle primizie, s, non era ancora giunto a maturità. |
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t -
La Gran folla u -
La caduta di Babilonia v -
Babylonia, Elemento Ipocrito w -
Il Cristo Glorioso, Capo e Corpo. |
Essa, la classe t, perde il premio del trono e della natura divina, ma perverrà finalmente al nascimento dell'essere spirituale d'un ordine inferiore alla natura divina. Vero è che sono dei credenti consacrati, ma essi sono a tal segno invasi dallo spirito mondano che si scordano di dare la loro vita in sacrifizio. Sì, "all'epoca (stessa) della mietitura" quando i membri viventi della sposa saranno stati separati dalla Chiesa nominale, gli altri credenti, compresavi la classe t, saranno lenti a dare ascolto alla verità che agirà come principio separativo. Essi saranno lenti a credere e lenti ad operare in quel tempo di separazione. Essi saranno, non v'ha dubbio costernatissimi, allorchè riconosceranno in seguito che la Sposa è pervenuta all'apice ed è unita col Signore, e che essi hanno perduto il gran premio per essere stati troppo indifferenti e sovra carichi ma la bellezza del [278] piano di Dio che essi comincieranno a discernere come essendo un piano d'amore, per essi e per tutto il mondo, calmerà rapidamente la, loro tristezza, e con grida di giubilo, essi diranno:
Osservate, altresì, le ampie provvigioni del Signore: Il messaggio è loro recato: — Sebbene non siate la sposa dell'Agnello, voi potete assistere al banchetto di nozze.
Mercè le discipline del Signore, coloro che comporranno quella moltitudine entreranno, al proprio tempo, intieramente nella realizzazione del piano divino; essi laveranno le loro stole affin di raggiungere finamente la posizione y, il grado spirituale L, la più vicina alla sposa (Apoc. VII, 14, 15) |
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x -
La classe gloriosa di
Cristo regnando. y - La
gran folla z - Israele
carnale restaurato.
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Il tempo di distretta, per quanto concerne il mondo verrà dopo che Babilonia avrà cominciato a cadere e a dissolversi. Sarà uno sconvolgimento di tutta la società e di tutto il governo umano, la qual cosa preparerà il mondo pel regno della giustizia. Durante il tempo di distretta, S, Israele secondo la carne (e) che è stato tagliato dall' ulivo fino a che sia entrata la pienezza dei Gentili, sarà ristaurato alla grazia di Dio, e la chiesa cristiana, o l'Israele spirituale, sarà completata e glorificata. Durante l'età del Millennio, Israele sarà la principale nazione della terra, in testa a tutti quelli che sono sul grado terrestre N, in unità e armonia colle quali tutti i giustificati cadranno insensibilmente. Il suo ristabilimento alla perfezione della natura umana, come altresì quello del mondo in generale, si compierà poco a poco e richiederà tutta quanta l'età millenaria per il suo compimento. Durante [279] quei mille anni del regno di Cristo la morte adamica sarà inabissata e distrutta. Le sue varie manifestazioni, malattie, debolezze, dolori piegheranno davanti alla potenza del gran Ristoratore fino a che, alla fine dell'età, la grande piramide della nostra carta sia completa. Il Cristo (x) sarà il capo di tutte le cose, della grande moltitudine, degli angeli e degli uomini, il più vicino al Padre; il più vicino in rango sarà "la turba grande" d'esseri spirituali (y) e quindi gli angeli ; poi verrà Israele secondo la carne (z) ma i veri Israeliti soltanto, alla testa delle nazioni della terra ; e finalmente il mondo umano (w) ristorato alla perfezione d'esistenza simile a Adamo, il capo della razza umana, prima ch'ei peccasse. Quella ristorazione si compirà gradualmente durante il Millennio — i "tempi di refrigerio e di ristoramento" (Atti III, 21). Ve ne saranno tuttavia, che saranno sterminati d'infra il popolo ; prirnieramente coloro i quali, dopo cento anni d'occasione alla piena luc, rifiuteranno di fare dei progressi verso la giustizia e la perfezione (Esaia LXV, 20) ; e in secondo luogo, coloro i quali, avendo fatti dei progressi dal lato della perfezione, si mostreranno nulla di meno sleali e infedeli alla prova finale alla chiusura dell'era millennaria (Ap. XX, 9). Costoro morranno della morte seconda di cui non vi sarà più risurrezione. Una sola piena e intera prova individuale è prevista. Un solo riscatto è stato dato, e Cristo non muore più in eterno. Se noi contempliamo il glorioso piano del nostro Padre celeste che è l'esaltazione della chiesa e la benedizione d'Israele e di tutte le famiglie della terra per mezzo di essa Chiesa mediante un ristabilimento di tutte le cose, l'inno angelico ci ritorna alla mente : |
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W -
L’Umanita’
restaurata alla perfezione ed armonia con Dio. |
"Radunare ogni cosa in Cristo", tale sarà il compimento del piano di Dio. Chi dirà allora che il piano di Dio [280] fu un progetto sbagliato? Chi dirà allora che Egli non ha governato il male in modo che che ne risulti finalmente del bene e fatto sì che il furor dell'uomo e dei demoni volga alla sua gloria e lode? (Sal. LXXVI, 12). La figura d'una piramide risponde non solo benissimo all'illustrazione degli esseri perfetti, ma essa serve ancora a illustrare l'unità dell'intiera creazione quale nell'adempimento del piano divino essa sarà una, allorché la perfezione e l'armonia di tutte le cose saranno raggiunte sotto alla direzione del Cristo, il capo, non solo della Chiesa che è il corpo d'esso, ma altresì di tutte le cose nel cielo e sopra la terra (Ef. I, 10). |
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Cristo Gesù fu il "principio", il "capo", la "pietra del vortice", la "pietra del capo del cantone" di quella grandiosa struttura, la quale fin qui non è che principiata, ed ogni pietra di sotto deve esservi edificata in conformità esatta colle linee e gli angoli della pietra angolare. Poco importa quante qualità di pietre entreranno in quella costruzione ; poco, importa quante nature diverse troveransi tra i figliuoli di Dio, terrestri o celesti, conviene che tutti si conformino all'imagine del suo figliuolo per essergli grati in eterno. Tutti coloro che vogliono entraré in quell'edifizio debbono partecipare allo spirito di ubbidienza e d'amore inverso Dio e verso le sue creature tutte (manifestato in Cristo in modo così sublime), l'adempimento della legge: Ama il Signore Iddio con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso. |
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Durante il corso dello svolgimento di questa riunione di tutte le cose terrene e celesti sotto ad un capo (secondo il cenno che ce ne dà la parola di Dio) Cristo Gesù, il capo fu scelto il primo in secondo luogo viene la chiesa chè il corpo d'esso; [281] vengono in seguito gli angeli ed altre classi spirituali; poi i grandi uomini, o l'eletta d'Israele e il mondo. Cominciando dal più eccelso l'incorporazione continua fino a che tutti coloro che vogliono siano stati condotti in unità e in armonia. |
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Può sembrar strano che quella pietra preziosa del vertice angolare e provata sia posta la prima e sia chiamata pietra fondamentale (Esaia XXVIII, 16). Ciò illustra il fatto che il fondamento di ogni speranza in Dio e nella giustizia non è posto sulla terra, ma bensì nei cieli E coloro che s'edificano su di essa e s'uniscono a quel fondamento celeste, vi sono aggiunti per mezzo delle attrazioni e delle leggi celesti. E quantunque tale regola sia giusto il rovescio d'un edifizio terreno, quanto meglio ei conviene alla pietra, all'immagine della quale tutta la struttura deve essere fondata, di essere posta la prima. Conviene altresì che Gesù — la base, sia posto in alto e non abbasso; e che noi, pietre vive, siamo edificati in lui per ogni cosa. E' in tal modo che l'opera progredirà durante l'età millenniale fino a che ogni creatura di qualsiasi natura, in cielo e sulla terra, lodi e serva Iddio, e ciò conformemente alla regola di perfetta ubbidienza. L'universo sarà allora purificato; perciocchè
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La lezione medesima che fu esposta nella "carta delle età" è altresì insegnata ivi in quel tipo divinamente organizzato, la cui significazione sarà esaminata più a fondo in seguito. Noi lo poniamo a lato affinchè si osservi bene che i vari gradi o passi fino al luogo santissimo (o santo dei santi) di cui abbiamo testè esaminati i dettagli, vi sono altresì insegnati. Fuori del cortile del tabernacolo [282] trovasi il mondo intiero, immerso nel peccato sul grado di depravazione R. Entrando per la "porta." nel "cortile" noi diventiamo credenti ed occupiamo il grado di giustificazione N. Coloro che procedono nella consecrazione si affrettano verso la porta del tabernacolo, e, entrandovi (grado M) diventano sacerdoti. Essi sono fortificati dai "pani di presentazione" e illuminati dal "candeliere" e son resi capaci di offrire profumi (incensi) gradevoli a Dio per Cristo Gesù, presso all "altare d'oro". Finalmente nella prima risurrezione, essi entano nella condizione spirituale, nel "santo dei san ti" (grado L) ove sono allora uniti con Gesù nella gloria del regno, grado K. |
Su
stanchi peregrin, alziam la fronte, Il
tempo del riposo omai s'appressa: Sebben
copra un istante un fosco velo Vieni,
età della gloria! Il volo affretta! Millennio!
Gloria dell'età futura! (Poems and Hymns of Dawn).
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